Comunicati stampa
Solidarietà alle donne iraniane: mozione approvata all'unanimità
La seduta di oggi del Consiglio regionale a Bolzano è ripresa con la trattazione di alcune mozioni che non avevano trovato spazio ieri. Il presidente dell’aula Josef Noggler ha spiegato di aver avuto anche via libera dai capigruppo per una mozione sui diritti umani, non precedentemente in programma, che tuttavia doveva essere votata per usufruire dell’urgenza della trattazione.
Si tratta di una mozione che, avuto dunque via libera dall’aula, è stata spiegata dalla proponente Magdalena Amhof, Svp: “Si tratta di una situazione che va aldilà dei credo politici e che riguarda i diritti umani”. La proposta di discussione è stata votata a maggioranza. La mozione è stata dunque illustrata da Amhof : “Il 16 settembre è morta Jina (Mahsa) Amini. Poiché non aveva indossato correttamente lo hijab (il velo islamico) in pubblico, è stata arrestata dalla polizia morale iraniana. Due ore dopo l'arresto, la giovane donna è stata ricoverata in ospedale con ferite alla testa. Jina (Mahsa) Amini è morta tre giorni dopo per edema cerebrale”. E’ l’incipit della mozione, la numero 52, presentata appunto da Magdalena Amhof e, Josef Noggler (svp) e Marco Galateo (Fdi).
“La sua morte ha scosso la nazione. Migliaia di persone sono scese in piazza, gli attivisti hanno indetto manifestazioni di protesta, milioni di donne e uomini provenienti da molti Paesi del mondo hanno segnalato la loro solidarietà protestando contro l'oppressione sistematica delle donne in Iran, contro la linea repressiva del governo e contro l'islamismo. La morte di Jina (Mahsa) Amini è il simbolo delle proteste contro il sistema che hanno luogo quotidianamente in Iran. Secondo le stime delle organizzazioni per i diritti umani, 15.000 manifestanti sono stati arrestati e più di 340 persone sono state uccise nel corso delle proteste. Il clima è dominato da paura e angoscia, ma il risentimento per quel destino - che è il destino di molti - è più forte di tutto il resto e infonde un incredibile coraggio: le donne iraniane bruciano i loro hijab, si tagliano capelli davanti alla polizia, strappano i turbanti dalle teste dei mullah (giuristi e teologi islamici), si abbracciano in pubblico e tingono di un colore rosso sangue l'acqua di fontane e ruscelli. Ora, anche gli uomini islamici hanno iniziato a partecipare alle azioni di protesta, poiché hanno compreso che calpestare i diritti delle donne significa calpestare i diritti umani. Con le loro azioni di protesta, quelle donne e quegli uomini hanno attirato l'attenzione internazionale ricevendo un'ampia solidarietà, alla quale anche noi, qui dalla Regione Trentino Alto Adige, vogliamo aderire mediante questa mozione. E fare tutto il possibile per sostenere le donne iraniane nella loro lotta per l’autodeterminazione, l’uguaglianza e la democrazia e contro le imposizioni relative all’abbigliamento” chiude la mozione.
Brigitte Foppa (Verdi) ha detto “che l’argomento ci sta molto a cuore. Parliamo di un omicidio di una donna e sul tema delle libertà fondamentali c’è ancora molta strada da fare”.
Gehard Lanz (Svp) ha osservato che “sulla tv tedesca si è dato molto spazio a quanto è successo in Iran e che si deve fare sentire la voce di tutti sul tema. Bene che oggi si sia trattato il tema in aula”.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) : “In Iran il problema dei diritti non riguarda solo le donne ma riguarda anche gli uomini. Dobbiamo esprimere tutti insieme la nostra solidarietà. Per ora non è stata sufficiente, se ne parla poco rispetto all’Ucraina per esempio”.
Alex Marini (Cinquestelle) : “Bene la sensibilità della collega Amhof, si tratta di una mozione sacrosanta. Non va dato per scontato che i diritti umani siano rispettati, anzi. Qui in Consiglio si è spesso trattato di temi internazionali, questa è un'occasione per provare a ragionare sul ruolo della Regione in quest’ambito, mettendo in rete tutti gli organismi presenti nelle due Province. Non dimentichiamoci dello sfruttamento degli operai per i Mondiali in Qatar”.
Sven Knoll, (Süd-Tiroler Freiheit): “Condanniamo quanto avviene in Iran. Ma ci sono diritti negati delle donne anche in Europa. La discussione deve essere più ampia, qui le donne che portano il velo in molti casi lo fanno per essere controllate dagli uomini. In Iran quello che accade è anche una responsabilità dell’Europa, negli anni 60 c’era maggior democrazia ma gli interessi per il petrolio hanno contribuito ad instaurare questa situazione con un colpo di stato”.
Mirko Bisesti, Lega: “Molto positivo che oggi qui si parli di diritti umani e anche degli errori che l’Occidente ha fatto negli anni passati in molti luoghi del mondo. La rete social sul tema può essere una grande opportunità. Le nuove generazioni sono molto attente a quanto accade e noi dobbiamo fare la nostra parte, facendolo si va nella direzione giusta”.
Giorgio Tonini, Pd ha detto che “la presentazione della mozione ci permette di ricordare che la nostra Repubblica si fonda sulla libertà e la dignità di tutti. Un regime che aggredisce non può che essere condannato e a maggior ragione se lo fa nei confronti delle donne. Vorrei che si prestasse attenzione al termine islamico, i nostri documenti sono importanti. Il riferimento all’Islam qui è corretto ma potrebbe crerare risentimento e sarebbe meglio toglierlo. Farlo darebbe ancora più forza al documento”.
Marco Galateo, Fdi: “Condividiamo la mozione perché ne condividiamo lo spirito. Ma il ragionamento va esteso anche a casa nostra. Un modello educativo di quel tipo c’è anche qui, con la donna spesso relegata in casa. I soldi pubblici servono anche per favorire l’integrazione, va tolta l’ipocrisia”.
La giunta regionale, per bocca dell’assessore Lorenzo Ossanna, ha dato il proprio assenso alla mozione:”Sarà un tema che andrà affrontato con convinzione anche in futuro, da parte nostra massima condivisione”.
Amhof ha chiarito come “l’idea della mozione è di Gerhard Lanz, l’ho presentata io solo per l’urgenza. Anche le firme potevano essere di più, ma non c’è stato il tempo di raccoglierle. Sul tema islamico abbiamo ragionato e questa formulazione ci pare corretta”.
Lucia Coppola, Verdi: “La formulazione va bene, c’è una repubblica islamica dell’Iran, si chiama così. Ma questa tragedia parte da lontano. Ci sono state decine di donne uccise in quel Paese negli ultimi anni, basti pensare al dramma delle spose bambine. Il velo deve essere una scelta libera”.
Vanessa Masè (La Civica): ”Non ho firmato per questione di tempo la mozione ma quanto sta avvenendo non ci può scivolare addosso. Bene dunque che gli obiettivi di libertà e di di giustizia arrivino in aula, tema che sosteniamo con convinzione”.
Carlo Vettori (Forza Italia) ha osservato come “ non si possa non parlare anche qui di temi come la libertà. Qui c’è il problema di stati teocratici, con culture oscurantiste. Con le donne, ed è scandaloso, considerate in molti casi degli esseri inferiori”
Ulli Mair, Freiheitliche: “Volevo ringraziare per questa mozione, tema che deve superare il limite dei partiti. Ma ci sono altre storie di donne che arrivano da noi e che debbono essere aiutate, Ricordo il caso della ragazza pakistana uccisa in Italia dai genitori”.
Rita Mattei (Lega): “Anche la Lega altoatesina voterà con convinzione questo documento. Quanto sta avvenendo sono crimini contro l’umanità, ma anche da noi ci sono casi di donne straniere che debbono sottostare a degli uomini che limitano la loro libertà per religione o ideologia. Basta guardarci attorno. Non va derubricato tutto come usi e costumi”. A quel punto la mozione è stata votata all’unanimità.
La discussione in aula è proseguita con la Mozione n. 39, presentata dai Consiglieri regionali Köllensperger, Rieder, Faistnauer, Alex Ploner e Franz Ploner per impegnare la Giunta regionale a ripristinare la dotazione organica presso le Corti e gli uffici della Regione. “Il tema è quello di una dotazione molto insufficiente ed i tribunali non possono lavorare in modo positivo" è stato detto dal primo firmatario.
Magdalena Amhof (Svp) ha detto di “aver saputo dal vice presidente Arno Kompatscher “che ci sono in atto molti concorsi ma come non ci sia molto interesse. I concorsi comunque ci sono, la mozione va respinta”. La giunta non è intervenuta.
Köllensperger ha replicato alora come “sul tema ci sia il menefreghismo della giunta. Servirebbero altri interventi mirati, a Bolzano c’è una carenza del 50 per cento del personale. Chiedo la votazione nominale”.
Luca Zeni, Pd: “Sono stupito dalla posizione della giunta, credo sia perchè oggi mancano i vertici dell’esecutivo. Servono competenze e formazione per questi profili mancanti. L’aula ora entri nel merito”.
Ulli Mair: “Noi voteremo questa mozione. Come è finita l’Agenzia per il personale amministrativo? C’è un disinteresse molto evidente, ma servono assunzioni”.
Marco Galateo (Fdi) ha detto che si tratta di un tema apolitico, che riguarda solo la gestione della giustizia”.
Ugo Rossi (Upt) ha detto che “il tema della mancanza di organico è comunque un tema nazionale, certo non semplice, ma urgente. Doveva esserci almeno la consapevolezza del tema da parte dell’esecutivo”.
A quel punto l’assessore regionale Lorenzo Ossanna ha detto che “dalla presentazione della mozione, oltre un anno fa, è stata fatta una legge per fare delle assunzioni. La situazione a Trento è migliore, a Bolzano per una questione anche di bilinguismo non è di facile soluzione. La mozione potrebbe essere valutata in modo diverso solo dopo una riunione di maggioranza”. A quel punto la riunione è stata sospesa. Alla ripresa dei lavori l’assessore Ossanna ha spiegato di non aver avuto la possibilità di contattare il vicepresidente Kompatscher, impegnato a Roma. Köllensperger ha chiesto comunque che la votazione venisse a quel punto votata con voto uninominale: con tre voti di differenza la mozione è stata respinta: 25 a 22. A quel punto la seduta veniva chiusa.