Comunicati stampa
Via libera alle quote rosa nei comuni altoatesini
L’aula del Consiglio regionale ha ripreso questa mattina la discussione del disegno di legge numero 19, la cui presentazione risale ad oltre un anno fa, a prima firma di Brigitte Foppa (Verdi). Riguarda la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”. La consigliera Foppa ieri aveva spiegato di aver depositato nuovi emendamenti, avendone invece ritirati degli altri: “Questo ddl vuole introdurre la quota rosa già presente nei Comuni, quella che riserva un terzo di posti in lista alle donne. Ora vogliamo diventi legge il fatto che sia il terzo dei posti effettivamente occupati quello riservato alle donne e che il primo terzo dell’elenco veda la presenza alternata di uomini e donne”.
La legge in questione riguarda la sola provincia di Bolzano, poiché la maggioranza trentina ritiene già soddisfacente l'attuale situazione in tema di legge elettorale per quanto riguarda la rappresentanza di genere, soprattutto in presenza di molti comuni di piccole dimensioni.
In apertura di seduta il presidente del Consiglio regionale Josef Noggler ha dato la parola, ancora in discussione generale, a Alessio Manica (Pd) : “Il rischio è vedere un Alto Adige che farà un passo in avanti ed il Trentino rimane indietro sul tema in discussione, si tratta di una norma regionale scritta in modo diverso. Al di là della questione di diritto rimane un’occasione persa e non ci pare un sistema virtuoso di utilizzo dell’Autonomia e che si risolva anche l’escamotage in Trentino. So bene che in provincia di Trento ci sono molti micro comuni ma anche in quelle realtà si potrebbe fare uno sforzo in più per questo cambiamento”.
Walter Kaswalder (Autonomisti popolari): “Ci sono dei motivi per non recepire la norma. Faccio un esempio: nei comuni di 3000 abitanti con due liste da 15 persone si renderebbe molto difficile applicare questa legge. Con una lista civica la realizzazione in un comune piccolo l’applicazione sarebbe ancora più complicata”.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) : “Tutti noi abbiamo questi problemi di trovare delle donne da candidarsi e da mettere poi in giunta. Obbligare le donne a mettersi in lista è una mancanza di stima nei confronti delle stesse, si deve riconoscere la competenza non le quote. Si tratta di una norma che mi pare ipocrita ed assurda. Io non voterò questo disegno di legge”.
Maria Elisabeth Rieder (Team K): “La consigliera Atz ha detto che non c’è bisogno della quota ma allora non dovrebbe valere nemmeno il discorso della Proporzionale nei concorsi pubblici. Lei forse non ha capito che nessuna donna è obbligata a candidarsi, si tratta pur sempre di una libera scelta. Ma per farla serve un numero di donne. Stupisce che in Trentino non ritengano necessario introdurre questa norma”.
Magdalena Amhof (Svp): “Vorrei ricordare che questo ddl ha già fatto parecchia strada, La norma di un terzo di quote rosa già esiste in ambito provinciale anche se rispetto al passato la quota di donne in Consiglio è diminuita. La politica deve rispecchiare il più possibile la nostra società e le quote valgono solo per la formazione delle liste. Posso comprendere tuttavia che i colleghi della provincia di Trento preferiscano attendere ancora prima di cambiare questa legge”.
Franz Locher (Svp) : “Per le elezioni comunali è stato molto difficile trovare dei candidati, molto più di quanto è risultato nel passato. Nei comuni si lavora molto a livello politico e non hanno un compenso adeguato. Con le difficoltà già esistenti, si rischia che con le quote diventi ancora più complicato mettere assieme le liste elettorali. Decidiamo noi anche se il Consiglio delle Autonomie locali ha dato parere negativo a questo ddl. Non sono d’accordo dunque con le quote”.
Alex Marini (Cinquestelle): “Noi voteremo la legge per garantire che le donne possano partecipare a pieno titolo alla vita politica, ma procedere in questo modo diverso tra le due Province mi crea delle difficoltà. Va ripensato il ruolo della Regione. La partita di reddito tra uomini e donne, dice uno studio, in Trentino si otterrà tra 130 anni, un divario impressionante. Vero che una parità simile per ora c’è solo in Islanda.
Alessandro Savoi I(Lega): “Siamo alle solite da anni: donne, parità di genere, liste. Assurdo insistere con le forzature. La libertà non ha prezzo, la gente deve poter scegliere. In Provincia a Trento c’è già una legge elettorale che prevede metà uomini e metà donne. In tanti comuni trentini c’è una sola lista, magari messa assieme con tante difficoltà.
Paolo Zanella (Verdi) : “Votare per Bolzano e non per Trento? Va fatto, anche se ci lascia delle perplessità. La Provincia altoatesina farà comunque un passo in avanti. C’è un enorme gap culturale da colmare e per noi la soluzione potrebbe essere la doppia preferenza di genere. Le donne nei fatti non partecipano alla politica, siamo in un Paese patriarcale”.
La giunta regionale per bocca dell’assessore Lorenzo Ossanna ha detto “di non voler entrare nel tema ideologico della parità di genere. Ma dopo molto tempo ed un percorso tortuoso il ddl ha trovato in Consiglio regionale una forma d’accordo che ci vede favorevoli come giunta, anche se la legge è stata modificata. C’è il tema della dimensione dei Comuni in Trentino, si rischierebbe di non riuscire a fare le liste, c’è il tema pressante della mancanza di persone disposte a candidarsi. Non crediamo che questa legge vada letto come una perdita di stima nei confronti delle donne, è vero il contrario. In Provincia di Trento c’è addirittura una parità di genere”.
Brigitte Foppa ha voluto ringraziare Magdalena Amhof: “Su queste legge c’è stata una bella collaborazione tra le diverse parti politiche. Si fatica a trovare donne per scendere in politica? Se ci si muove per cercarle alla fine se ne trovano. Vero che non è sempre facile. Io ho lavorato bene anche con gli uomini, l’ho fatto con orgoglio e rappresentare il popolo è gratificante. La questione del cognome: ci sono molte donne che sono conosciute per il cognome del marito, come è il caso di Merkel in Germania. Il mio modo di essere femminista è quello di lasciare la libertà alle donne”.
Il presidente Noggler ha chiuso la discussione generale e si è passati a quella articolata dopo il voto favorevole dell’aula. L’articolo 1 prevedeva un emendamento di Paolo Zanella (Verdi), non accolto. Un altro emendamento, presentato da Foppa, è stato accolta: si trattava di una nuova versione dell’articolo 1.
L'articolo 2 prevedeva vari emendamenti. Il primo, a firma Zanella, è stato ritirato. Il secondo, a firma Foppa, è stato approvato ed ha sostituito per intero l’articolo 2. Il terzo emendamento, a firma di Sara Ferrari (Pd), è stato respinto. L’emendamento di Repetto (Pd) non è stato accolto. Votato ed approvato a quel punto l’articolo 3. A quel punto il ddl è stato votato senza ulteriori interventi ed è stato approvato con 27 voti a favore e 12 contrari.
A quel punto il Consiglio regionale ha preso a quel punto in esame un altro disegno di legge , il numero 17, ovvero disposizione in in materia di composizione ed elezione degli organi delle amministrazioni comunali – modifiche alla legge regionale 3 maggio 2018, n. 2 recante “Codice degli enti locali della Regione autonoma Trentino-Alto Adige” (presentato dai Consiglieri regionali Köllensperger, Rieder, Faistnauer, Alex Ploner, Franz Ploner e Unterholzner);4. Disegno di legge n. 17: Disposizioni in materia di composizione ed elezione degli organi delle amministrazioni comunali – modifiche alla legge regionale 3 maggio 2018, n. 2 recante “Codice degli enti locali della Regione autonoma Trentino-Alto Adige” (presentato dai Consiglieri regionali Köllensperger, Rieder, Faistnauer, Alex Ploner, Franz Ploner e Unterholzner).
Paul Köllensperger (Team K) ha spiegato la ratio della proposta di legge: “Si tratta di un ddl che risale in prima battuta al 2019 e che è stato modificato. Riguarda disposizioni sulla composizione degli organi comunali, tra cui la previsione di un possibile voto disgiunto per i Comuni. E la nostra legge prevede anche una estensione del voto postale, un metodo agile. Oltre alla possibilità di intervenire in modo telematico alle sedute politiche pubbliche. Credo che sugli aspetti pratici la giunta regionale potrebbe mostrare un’apertura, ho meno aspettative per il primo aspetto”.
Riccardo Dello Sbarba, Verdi: “Si tratta di una modernizzazione del modo di votare. Al di là del voto disgiunto, difficile da prevedere, gli altri mi paiono interventi di buon senso. Io andrò sempre a votare con la scheda di carta ma so che per altre persone non è così. Molti anziani rinunciano al voto per la fatica o l’impossibilità di recarsi al seggio”.
Brigitte Foppa (Verdi): “Il voto è un momento alto della vita di una cittadina, emozionante. Il voto disgiunto può essere una cosa strana ed ho visto come si fa in Germania, in Sassonia. Quattro voti a disposizione che possono essere date ad una sola lista o divise a varie persone. Qui da noi sono convinta sia un tema sentito”.
Alessandro Savoi (Lega) ha detto che “il voto disgiunto è un aspetto davvero troppo difficile da attuare e ci vede contrari alla sua attuazione. Una cosa è la libertà, un’altra è complicare tutto. Occorre essere precisi e coerenti”.
Mirko Bisesti (Lega): “Siamo in un Paese che ha visto 170 tra senatori e onorevoli cambiare casacca nell’ultima legislatura. Introdurre altri elementi che facilitino questo aspetto non è certo una bella prospettiva. L’instabilità non è un valore”.
Alex Marini (Cinquestelle) : “A mio parere invece il voto disgiunto non è da vedere in modo negativo. Anzi c’è la possibilità che un cittadino scelga una persona che controlli l’esercizio del potere in modo più efficace”
Hanspeter Staffler (Verdi): “La proposta arriva da un partito d’opposizione e potrebbe sembrare contrario alla maggioranza, al sistema dei partiti. Ma questo non è minimamente lo spirito della proposta. La politica, i partiti, sono cambiati.
A quel punto, il presidente Noggler ha chiuso la seduta. Appuntamento a novembre.