Comunicati stampa
Sanità e gestione dei rifiuti: protocollo d’intesa tra le due Province e la Regione
Il Consiglio regionale ha iniziato la propria sessione di giugno. Il presidente dell'aula Josef Noggler ha ricordato in apertura la scomparsa della consigliera della Svp Maria Bertolini, eletta dal 1973 al 1993, presente in quattro legislature.
Dai capigruppo, riunitosi in precedenza, è stata richiesta una relazione del presidente della Regione Maurizio Fugatti sul protocollo d’intesa tra la Regione e le due Province di Trento e di Bolzano. Una relazione che è stata fatta da Fugatti subito dopo in modo puntuale: “I modelli di collaborazione tra i tre enti territoriali puntano a migliorare i servizi ai cittadini. Ci sono diversi modelli di convenzione, nei settori dei rifiuti e della sanità in particolare. Per il primo punto si mira a trattare assieme il ciclo dei rifiuti, mentre in sanità si guarda a bacini più ampi per migliorare la pratica dei professionisti. Nel ciclo dei rifiuti, per esempio, l’ampliamento del bacino di riferimento è in grado di influenzare in modo rilevante i costi derivanti dalla gestione e consente l’utilizzo ottimale degli impianti di smaltimento e recupero dei materiali. In ambito sanitario, è noto come vi siano interventi e terapie specializzati che richiedono un bacino di popolazione di almeno un milione di persone per essere svolti con la massima qualità e sicurezza. Le aree di collaborazione individuate dalla Provincia autonoma di Bolzano e dalla Provincia autonoma di Trento per l’erogazione e la gestione in comune di attività sanitarie svolte dalle rispettive Aziende sanitarie sono infatti - ha proseguito Fugatti - caratterizzate da un elevato grado di specializzazione e richiedono, quale scala ottimale di organizzazione delle relative attività, ambiti territoriali e bacini di utenza superiori rispetto a quelli delle rispettive Province autonome/Aziende sanitarie, in un’ottica di miglioramento degli esiti e di consolidamento e ampliamento delle competenze cliniche dei professionisti sanitari. L’accordo, che conserva la propria validità fino alla fine del 2024, in particolare, conferma e potenzia la collaborazione sulla Oncoematologia, attraverso l’attivazione tra le due Province di un Programma di Trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche” ha osservato il presidente della Regione e della Provincia di Trento.
Da parte sua il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher, anche vicepresidente della Regione, ha aggiunto: “Sinergie necessarie per le sfide che ci attendono. Credo che in questi campi ci saranno ulteriori campi di collaborazione, confronto sempre più utile in tanti settori, penso per esempio alla A22. Lo scambio è continuo in giunta regionale ed è molto proficuo”. Il tema verrà discusso dai consiglieri nella seduta di settembre.
La seduta è proseguita con una richiesta di voto presentata dal gruppo di Fratelli d’Italia (Cia, Ambrosi e Rossato) è presentata dal capogruppo Alessandro Urzì per chiedere che il” Consiglio regionale si faccia parte attiva sullo Stato perché attui integralmente la soluzione dei Buoni di sconto fiscale, in parte già operativa, adoperandosi per divulgare questa situazione alla popolazione. Non c’è solo l’esempio del Superbonus 110 per cento ma anche le norme sulle cosiddette tax credit vacanze, solo per citare un ulteriore esempio a riguardo, evidenziano l’intenzione del legislatore, specie in questa fase di emergenza, di favorire l’introduzione di nuove misure di natura fiscale e finanziaria, per interrompere la stagnazione economica presente nel Paese”.
Per Giorgio Tonini (Pd) “la genericità del testo non permette di essere votato, serve una riflessione più approfondita, non si può sostenere in questo modo”. Dopo una sospensione c’è stata l’indicazione positiva della giunta regionale ma con una riformulazione del testo che prevede che “lo Stato consideri di affrontare” il tema posto da Urzì. Cambiamento apprezzato anche da Tonini che ha comunicato l’astensione e non più la contrarietà. L’aula ha approvato con 29 voti favorevoli.
Anche il punto seguente prevedeva una mozione di Fratelli d’Italia, firmata da Cia, Ambrosi e Rossato, con il capogruppo. Alessandro Urzì “ha sottolineato lo sforzo e la rinuncia, oltre all’atto d’amore, dei caregiver. Con i problemi dei costi che il Covid ha reso ancora più drammatici. Serve una tutela ed un riconoscimento del familiare assistente, con strumenti puntuali. In attesa di una legge quadro nazionale ora serve puntare sull’aspetto previdenziale”. Magdalena Amhof (Svp) ha ricordato “come nel passato recente si sia parlato dei caregiver e come nell’ambito dell’assistenza sociale ci sia però una competenza primaria a livello locale”. Giorgio Tonini ha detto che “senza una copertura economica non vanno votati provvedimenti che propongono soluzioni facili a provvedimenti come questi, molto reali, e difficili”. Ugo Rossi (Upt) ha detto che “si possono trovare comunque delle soluzioni a livello locale. Penso, per esempio, all’assegno di cura che abbiamo introdotto in Trentino”. Urzì ha sottolineato come le risposte dei colleghi siano ragionieristiche e prive di anelito morale Sara Ferrari (Pd) ha osservato come su tema dei caregiver ci siano già delle proposte di legge a Roma e che non serva dunque sostenere l’istanza di Fratelli d’Italia. La mozione 29 è stata dunque respinta.
La mozione successiva, la numero 30, ancora di Fratelli d’Italia (Cia, Ambrosi e Rossato), è stata illustrata dal proponente Alessandro Urzì: “La nostra è una riflessione. Si parla della rappresentanza dei gruppi linguistici, in particolare parliamo di enti locali. Un esempio: nel comune di Fortezza, c’è una cittadina eletta dichiarata del gruppo linguistico italiano ma nella giunta è stata comunque scelta una cittadina eletta nella Svp. C’è dunque un deficit di rappresentanza del gruppo italiano, questo avviene per una chiara volontà politica. Quello che è accaduto a Fortezza, con la natura etnica di un partito come la Svp, potrebbe accadere ovunque in futuro. Si sostituisce l’italiano non gradito”. Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ha osservato come “in provincia di Bolzano ci siano in effetti dei problemi. La rappresentanza per gruppo linguistico si basa sulla dichiarazione. C’era un’attenzione ed un rispetto reciproco, a Fortezza c’è stata una situazione non simpatica. La convivenza è arte ed artigianato”.
Carlo Vettori (Forza Italia) ha osservato che “In Alto Adige si è cercato di pacificare tre gruppi linguistici. La mozione vorrebbe tutelare chi non è stato inserito in giunta, ma queste sono piuttosto questioni di segreterie politiche, non di rappresentanza linguistiche”. Il vicepresidente Kompatscher motivando il no della giunta alla mozione dicendo “che i principi dello Statuto sono garantiti per legge. Un rappresentante della Svp non è vero che non può interessarsi dei cittadini italiani, non è una osservazione giusta, non ha una base. La rappresentanza è garantita pur ammettendo che il sistema non è perfetto, quello della dichiarazione di appartenenza. C’è una sfida quotidiana da mettere in campo”. Urzì ha osservato come lo scopo della propria mozione fosse proprio quello di stimolare un dibattito pubblico, Vettori ha detto però di essersi sentito insultato da Urzì visto che “ho una moglie tedesca e figli mistilingui. Sono stato da lui definito una sorta di zerbino del gruppo tedesco”. Anche Kompatscher ha detto di “voler rispondere ad un passaggio fatto da Urzì che ha parlato di dittatura del mio governo. Siamo stati eletti in modo democratico e questo non lo accetto”. Sandro Repetto (Pd) ha annunciato un voto negativo alla mozione, stesso no espresso da Vettori. Urzi ha chiesto di sospendere il voto ed ha annunciato una nuova versione del testo.
La seduta riprenderà nel pomeriggio.