Comunicati stampa
Rinviata l'elezione del segretario questore, dibattito sul regolamento organico
La seduta di oggi del Consiglio regionale è iniziata con un minuto di silenzio in ricordo dell’ex consigliere Mario Pollini, eletto nella 4a, 6a e 7a legislatura. Il presidente Josef Noggler, ricordandone gli incarichi ricoperti dell’assemblea, ha rivolto alla famiglia le condoglianze a nome del Consiglio.
Il presidente ha poi comunicato alcune modifiche relative alla composizione dei gruppi consiliari: i consiglieri Giorgio Leonardi e Carlo Vettori hanno costituito il nuovo gruppo consiliare Forza Italia, di cui Vettori è capogruppo; il consigliere Paolo Zanella ha aderito al Gruppo verde; il consigliere Ugo Rossi è stato indicato quale capogruppo del gruppo Misto; il consigliere Peter Faistnauer è uscito dal gruppo Team K, aggregandosi al gruppo Misto.
Era quindi all’ordine del giorno l’elezione di un segretario questore di lingua italiana, dopo le dimissioni di Alessandro Savoi: Mirko Bisesti (Lega Salvini Trentino) ha chiesto di rinviare il punto; Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha chiarito che si trattava di un affare istituzionale, più che di una questione di maggioranza o minoranza: si trattava di completare la composizione dell'Ufficio di Presidenza, attualmente non perfetto e quindi non in grado di svolgere al meglio compiti quali verifica del voto, appello nominale, verifica delle presenze. Egli ha chiesto poi quale fosse, dal punto di vista politico, l’ostacolo che impediva l’elezione di un segretario questore, che per logica, dimessosi Savoi, doveva essere della Lega, anche se poteva poteva qualsiasi collega della maggioranza. Ha quindi ritenuto necessaria una verifica nell'ambito di una seduta dei capigruppo. Il pres. Josef Noggler ha riferito che la richiesta di rinvio, che non era fino a fine legislatura ma fino alla prossima seduta, non conteneva le motivazioni; ha poi accolto la richiesta di rinvio.
Il secondo punto all’ordine del giorno era la proposta di delibera nr. 28, Modifiche al regolamento organico del Consiglio della Regione autonoma Trentino-Alto Adige, presentata dall’Ufficio di Presidenza su proposta del presidente del Consiglio regionale L’iniziativa mirava a consentire l’accesso alla nomina di segretario generale e vice segretario generale, oltreché a persone laureate in giurisprudenza, a laureati e laureate in scienze della politica o in scienze dell’economia o in scienze delle pubbliche amministrazioni oppure un diploma equiparato o equipollente. Per simili ragioni si intendeva formare e aggiornare alcune disposizioni relative e requisiti e modalità per l’accesso alle strutture dirigenziali. Il pres. Noggler ha spiegato che la modifica proposta è già in uso in altre assemblee legislative.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha ritenuto che si trattasse di una proposta “ad hoc”, a fronte di un prossimo avvicendamento. Di solito, ha detto, quando si cambiano i criteri è perché c’è già un nome i cui requisiti non corrispondono a quelli previsti dal regolamento, e non a caso la proposta viene a poche settimane dal cambio di presidenza. Ha rilevato poi che in ufficio di Presidenza era mancata l’unanimità in merito, mentre in casi come questi sarebbe opportuno cercarla. La delibera aveva bisogno perlomeno di spiegazioni, in primis su qual era il nome che vi stava dietro: in assenza di spiegazioni, il Gruppo verde non avrebbe sostenuto la delibera.
Il presidente Josef Noggler ha informato che il segretario generale Untersulzner sarebbe andato in pensione con il 31 dicembre, pertanto era necessario nominare un nuovo segretario generale. Se il Consiglio regionale procedeva in base alle regole rispettate finora, scegliendo solo tra persone laureate in giurisprudenza, ci sarebbero state difficoltà a individuare un candidato. Si proponeva quindi, alla stregua di quanto avviene nelle altre regioni italiane, di ammettere anche altri diplomi di laurea, tutti relativi a materie consone all’incarico, al fine di allargare la platea dei candidati. Non era una norma ad personam: si sarebbe infatti scelto tra i candidati che si sarebbero presentati.
Giorgio Tonini (Partito Democratico) ha rilevato che si trattava di scegliere la figura che sarebbe stata garante di un Parlamento, organo legislativo, di controllo e di indirizzo sull’esecutivo. In tutte le società libere e democratiche c’è bilanciamento tra potere esecutivo, attualmente particolarmente forte, e parlamento, che deve essere altrettanto forte, e lo è se valorizza il pluralismo al suo interno, senza riprodurre in maniera meccanica i confini della maggioranza di governo. Ha quindi rilevato un nesso tra il punto in esame e quello prima rinviato, ed evidenziato il rapporto tra il lavoro del Consiglio, l'Ufficio di presidenza e il segretario generale, da esso nominato: egli non era contrario ad allargare i relativi requisiti, trovandolo ragionevole, tuttavia la scelta rinviava proprio alla selezione dell'Ufficio di presidenza. Si è quindi appellato al presidente Fugatti perché ragionasse in termini di rispetto del pluralismo del Consiglio regionale, senza perseverare nell’esclusione dall’Ufficio di Presidenza - fotocopia della maggioranza di Giunta seppur con la presenza di Urzì, il cui gruppo era in maggioranza in uno dei due Consigli provinciali - di un’intera area del Consiglio regionale. Tonini ha quindi chiesto al presidente del Consiglio e a quello della Giunta regionale di riflettere in merito.
Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha chiesto una riunione delle minoranze, invitando poi a trattare la questione anche tra capigruppo. La questione non riguardava solo l’opposizione, ma anche il ruolo che le singole componenti avrebbero dovuto avere in futuro nella regia delle istituzioni che si riconoscono nella regione. Era inoltre collegata all’equilibrio tra i gruppi linguistici all’interno dell’amministrazione della Regione: pareva chiara la volontà di confermare un funzionario di lingua tedesca ai vertici dell'amministrazione del Consiglio regionale, quando ce n’era già uno ai vertici dell’amministrazione regionale. Urzì, manifestando piena stima per il segretario uscente Stefan Untersulzner, ha chiesto se questo è normale, giusto, corretto, ricordando che secondo lo Statuto ogni funzione ascende anche alla rappresentanza linguistica, “cosa di cui forse i Trentini sono meno consapevoli”. Nel bacino di lingua italiana, anche mantenendo i requisiti attuali, la scelta sarebbe stata ampia, più ridotta lo è in quello di lingua tedesca. La Lega, ha chiesto poi, era d’accordo che si azzerasse la rappresentanza italiana istituzionale amministrativa a livello regionale? Erano d’accordo tutti i componenti della Giunta regionale? Nelle regioni in cui altre lauree sono ammesse per il ruolo citato, ha concluso Urzì rilevando che non si trattava comunque di tutte le regioni, queste regole non erano state fissate a dieci giorni dalla nomina, ma come principio generale.
Alex Marini (Movimento 5 Stelle) ha chiesto come mai la questione non fosse stata posta nell’ambito dell’ultima seduta dei capigruppo, come sarebbe stato opportuno: la nomina del segretario è generale è molto delicata, anche perché il confine tra regolamento organico e regolamento interno non è così chiaro. Anche i capigruppo avrebbero diritto di conoscere nel dettaglio le motivazioni di una proposta di regolamento. Il consigliere ha poi condiviso le obiezioni espresse dal collega Tonini. In quanto al merito, l’estensione della gamma delle lauree non era insensata: tra il resto, questo era già previsto nel regolamento organico; per assurdo, si potrebbe avere un ingegnere informatico che porterebbe anche un’innovazione tecnologica. Il problema riguarda anche la modalità della selezione, considerando che la maggior parte delle nomine dell’amministrazione regionale non sono altro che provvedimenti in comando, e che molto spesso dietro a questi trasferimenti ci sono nomine di opportunità politica. Bisognerebbe scegliere più frequentemente la selezione pubblica, premiando competenze e capacità relazionali: Questa caratteristica renderebbe accettabile anche una laurea in filosofia.
Ugo Rossi (Misto) ha condiviso le questioni poste da Urzì, rilevando che se si demanda all’Ufficio di Presidenza una scelta che ha impatto su tutto il Consiglio non si può non sottolineare che esiste un vulnus, se esso - per quanto operante nell’interesse di tutto il Consiglio - è totalmente nelle mani della maggioranza. È possibile considerare lauree diverse da quella in giurisprudenza, anche se un certo bagaglio culturale con conoscenze di tipo giuridico è necessario, e il comando non va escluso, tuttavia bisogna tenere conto che il Consiglio regionale è la sommatoria di due Consigli provinciali e frutto di un equilibrio territoriale e tra gruppi linguistici, che dovrebbe trovare giusto riconoscimento anche nelle modalità di assegnazione dell'incarico di segretario generale. Ha quindi proposto di introdurre un'alternanza: se il presidente del Consiglio è espressione della maggioranza della provincia autonoma di Bolzano il segretario generale sia espressione del territorio trentino, e viceversa: questo permetterebbe di valorizzare le persone e la struttura, nonché di garantire continuità.
Il pres. Josef Noggler ha chiarito che oggi non si sarebbe provveduto alla nomina del segretario generale, ma semplicemente se ne sarebbero creati i presupposti. La competenza resterebbe dell’Ufficio di presidenza, e non cambierà nulla riguardo all’appartenenza al gruppo linguistico: già oggi è previsto che segretario e vicesegretario generale appartengano a gruppi linguistici diversi. La modifica amplia la platea dei titoli di studio ammessi e modifica le qualifiche richieste. Non se ne è discusso nella seduta dei capigruppo in quanto la delibera è stata approvata il 15 o 16 settembre, mentre la seduta dei capigruppo si è svolta il 6 settembre. L’Avvocatura dello Stato, cui il documento è stato sottoposto per una verifica legale, ha detto che esso è in ordine.
Dopo un’interruzione per consentire una riunione delle minoranze, al rientro in aula Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha riferito che dall’incontro era emersa la necessità di approfondire due questioni: una modifica del regolamento repentina, alla vigilia di scelte riguardanti la Segreteria del Consiglio, pur considerando che sarebbe rimasta in carica una vice segreteria, e gli equilibri di rappresentanza linguistica nelle posizioni amministrative apicali. Era necessario un approfondimento in mito in una riunione dei capigruppo.
Gerhard Lanz (SVP) ha ritenuto che se ne potesse discutere in aula, procedendo con i lavori.
Mirko Bisesti (Lega Salvini Trentino) ha dato disponibilità al confronto.
Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha ribadito che da un lato si trattava di approfondire la procedura di modifica delle regole nell’immediatezza della loro applicazione, e di considerare la rappresentatività dei gruppi linguistici, e della relativa alternanza, ai vertici amministrativi della regione. Sulla questione doveva riflettere la maggioranza.
Nell’ambito delle dichiarazioni di voto sulla delibera nr. 28, Ugo Rossi (Misto) ha evidenziato che era mancata una presa di posizione sull’equilibrio tra i gruppi linguistici da parte della Presidenza e dai componenti della maggioranza politica della Giunta, e che il parere dell'Avvocatura tranquillizzava solo dal punto di vista normativo, ma mancava l’equilibrio. Vero era che a ogni inizio legislatura si poteva nominare un segretario generale diverso, ma votando la delibera in esame, all’inizio della prossima legislatura il nuovo presidente avrebbe indicato un segretario generale in carica per tutta la legislatura: questa non era alternanza, mentre il principio dell'alternanza andava inserito nella norma generale. rave era il silenzio assordante sulla proposta, anche da parte dei trentini di maggioranza.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo verde) ha concordato con Rossi, evidenziando che era stata proposta una riunione dei capigruppo proprio per approfondire il tema e capire se fosse possibile modificare il provvedimento, restringendo l’ampio ambito di nomina e affrontando il tema di una possibile alternanza. Stupiva che a fronte della disponibilità manifestata da Bisesti, dato che Lanz aveva detto di no non si facesse la riunione dei capigruppo, e questo su un argomento così delicato e mai affrontato in capigruppo. Questo aumentava il sospetto che si trattasse di una decisione già scritta, da portare a casa il prima possibile. Di fronte a queste forzature, “io dico no”.
Sara Ferrari (Partito Democratico) ha appoggiato la posizione di Dello Sbarba, ribadendo che era stata chiesta una riunione dei capigruppo ritenendo necessario che un tema così importante non dovesse essere trascurato per la fretta di procedere. Il confronto tra capigruppo era necessario, e il fatto che venisse negato era incomprensibile.
Alessandro Urzì ha invitato a fare la riunione con i capigruppo che volevano farla. Gerhard Lanz ha chiarito di essere disponibile a una riunione dei capigruppo: aveva solo rilevato che la tematica era già stata discussa e che non c’erano nuove informazioni su cui discutere.
La seduta è stata quindi interrotta per una riunione dei capigruppo.
I lavori riprenderanno alle 14.30.