Comunicati stampa
Niente maggioranza per Fugatti
Nell’ambito degli interventi in replica alla dichiarazione programmatica del candidato presidente della Regione Maurizio Fugatti, Denis Paoli (Lega Salvini Trentino), ringraziando i presidenti uscenti, ha evidenziato il valore della staffetta, che evidenziava la sinergia tra le due province. I due anni e mezzo passati erano stati condizionati da eventi e calamità naturali che avevano richiesto la concentrazione delle energie della politica sulla sanità in primis, ma si era sulla strada giusta per creare qualcosa di importante e positivo, che fosse anche simbolo per l’Italia e l’Europa. Fugatti era una persona seria, determinata, autonomista, che dimostrava di lottare per la tutela dell’Autonomia della Regione: era quindi la persona giusta per proseguire il mandato. Paoli si è quindi detto basito dall’intervento della cons. Atz Tammerle, ipotizzando che “non sapesse bene cosa dire”, perché attaccare il pres. Fugatti per un richiamo in forma di “oh”, che rappresentava un linguaggio normale, era incomprensibile. Se si doveva parlare di forma e serietà dell'aula, alla stessa consigliera andava detto che non si stava facendo un pigiama party e avrebbe dovuto vestirsi in maniera più seria. Chi aveva parlato di Regione come scatola vuota doveva ricordarsi che finché guidava la Provincia autonoma di Trento aveva ritenuto che essa brillasse, e se aveva parlato di un dibattito soporifero, era forse perché il proprio discorso aveva questa caratteristica. Come presidente di commissione, egli poteva dire che era la prima volta nella storia che si erano fatte audizioni in quest’organo, riunito più volte. Se un’audizione era stata negata, era perché le nomine Pensplan erano di competenza della Giunta, e non era opportuno assumersi il ruolo di ufficio risorse umane, comunque delle relative nomine si era parlato un giorno intero. Non era vero nemmeno che venivano maltrattate le minoranze, forse il problema era del consigliere che presentava gli stessi disegni di legge in commissione regionale e provinciale. Copiare da fuori poteva essere utile, ma non era sempre la soluzione giusta: il Trentino Alto Adige doveva tirare fuori la sua mentalitá e il suo orgoglio, per far splendere l'Autonomia al di fuori dei confini regionali; il passato della Regione aveva dimostrato che se ne era capaci, e i primi passi erano stati fatti nella prima metá della legislatura. Atz Tammerle ha replicato agli attacchi a lei rivolti sostendo che ognuno aveva la libertà di esporre i propri argomenti. La replica di Paoli le dimostrava ancora di pù che non era opportuno votare un presidente di quel partito: la Süd-Tiroler Freiheit non avrebbe partecipato all’elezione. Sulla questione sono intervenuti Brigitte Foppa, Ugo Rossi e Michele Dallapiccola, il pres. Josef Noggler ha invitato Paoli ad evitare attacchi personali.
Lorenzo Ossanna (PATT) ha quindi evidenziato lo scopo prioritario di rinsaldare i legami tra le Province autonome, e riferito della presentazione da parte degli autonomisti trentini di un documento in questo senso al candidato presidente. Oggi erano stati riaffermati i fondamenti dell'autonomia e condiviso un programma di proposte concrete e utili; il momento storico richiedeva una rinnovata volontà di collaborazione delle due province: le stelle alpine dimostravano così la bontà della scelta di restare nella Giunta. Il Partito autonomista aveva sempre partecipato alle riunioni di maggioranza, e la prossima settimana avrebbe esposto i punti di questo lavoro in una conferenza con la SVP; c’era l’intenzione di condividere l’iniziativa di modifica dello Statuto, verificando la percorribilitá dell'iniziativa legislativa regionale orientata all’inserimento nello stesso del meccanismo dell’intesa.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit), rilevando che la collega Atz Tammerle si era sentita dire “non dire cazzate” e la collega Foppa “non rompere le palle”, ha comunicato che lui e Atz Tammerle avrebbero lasciato l’aula, “augurando alla SVP, con questi partner di governo, molta felicità”. Il pres. Josef Noggler ha detto di non aver sentito queste parole.
Sara Ferrari (Partito Democratico) ha chiesto al presidente Noggler di approfittare dell’inizio di legislatura per richiamare personalmente, e immediatamente, ogni componente del Consiglio che si fosse reso autore di attacchi personali.
Brigitte Foppa (Gruppo Verde) ha ribadito l’invito al collega Paoli a scusarsi, e ricordando che per l’elezione era necessaria la presenza dei ⅔ dei consiglieri ha annunciato di voler chiedere un’interruzione, se questo non fosse accaduto.
Giorgio Leonardi (Gruppo misto), ringraziando il presidente Paccher e facendo gli auguri al pres. Noggler, ha rilevato che certe reazioni erano umane e potevano capitare. Ha ringraziato anche il rpes. Kompatscher e tutti i colleghi, rilevando che la prima metá di legislatura era stata fortemente condizionata dall’emergenza, che aveva compromesso al realizzazione di un programma positivo, che nei prossimi due anni e mezzo sarebbe stato portato a termine. Ha quindi condiviso le dichiarazioni programmatiche di Fugatti, rilevando che la Regione ha un ruolo fondamentale, e che “siamo autonomi perché sappiamo lavorare insieme”.
Denis Paoli (Lega Salvini Trentino) ha detto di non aver voluto offendere nessuno, men che meno il genere femminile: se così era si scusava, ma avrebbe ascoltato il suo intervento per verificare. Avrebbe potuto dire la stessa cosa sulle cravatte degli uomini.
Maria Elisabeth Rieder (Team K) ha ritenuto che queste non fossero scuse, e chiesto una breve interruzione per una riunione delle minoranze. Il pres. Josef Noggler ha replicato che il consigliere si era effettivamente scusato, e ha interrotto la seduta.
Alla ripresa dei lavori, Mirko Bisesti (Lega Salvini Trentino), ringraziando il pres. Noggler e Paccher che lo aveva preceduto, si è detto colpito dalla citazione di Tonini secondo cui si viveva “in un’Autonomia viva ma stanca”, ritenendo che Maurizio Fugatti potesse essere il candidato presidente giusto per rilanciarla, perché credeva fortemente in questa istituzione. C’erano temi importanti da affrontare assieme, come la mobilità e l'energia, e se le due Province con un dialogo costruttivo potevano costruire qualcosa per un domani, allora avrebbero costituito unÄentitá che è più forte della loro somma. Anche nei rapporti con Roma, presentarsi a livello unitario su alcune grandi tematiche, salvaguardando i principi sacri dell'Autonomia ma portando avanti le proprie peculiaritá e i propri interessi, era fondamentale . Egli ha augurato buon lavoro a Fugatti e alla sua Giunta.
Il vicepresidente del Consiglio Luca Guglielmi (Autonomisti popolari - Fassa) ha confermato al candidato Fugatti che il suo gruppo avrebbe votato compattamente per la sua Presidenza. Facendo riferimento alla presenza delle minoranze linguistiche, ha ricordato che un esponente del PD aveva indicato le istituzioni regionali come fondamentali per la tutela di tali minoranze, ma che da questo consigliere non erano arrivati voti per la sua vicepresidenza: ci sarebbe voluta maggiore coerenza. Nella replica, Fugatti avrebbe dovuto sottolineare meglio il ruolo delle minoranze, a favore delle quali molto si adoperava il collega Manfred Vallazza, non bisognava però più consentire che la competenza sulle minoranze linguistiche fosse gestita dalla stessa persona per 5 anni: a lui non interessavano le poltrone, ma il bene delle minoranze linguistiche, ma era stata una forzatura. Il primo assessore alle minoranze linguistiche, Gino Fontana, aveva richiesto l’alternanza in questo assesorato proprio per via della dignnitá che a esse andava riconosciuta. Era importante valorizzare la Regione, difendendo qualcosa che era unico: Fugatti avrebbe dovuto lavorare per questo, mettendo al centro del dibattito politico l’istituzione, non le sigle.
Walter Kaswalder (Autonomisti popolari - Fassa) ha ricordato la creazione, a livello delle due province, di Consulta e Commissione, che avevano lavorato per anni, collaborando con la società civile, per definire il 3o Statuto di autonomia, a 50 anni dal secondo. Ha quindi chiesto il coinvolgimento di tutti i gruppi regionali per recuperare quel lavoro, e dare in questo modo nuovo impulso alla Regione.
Carlo Vettori (Partito Autonomista Trentino Tirolese) ha parlato di una “parentesi storica” che si apriva: per la prima volta si vedeva il centrodestra al vertice della Regione Trentino Alto Adige, e forse era questo che surriscaldava gli animi, portando a compimento il volere dei cittadini del 2018. Ha quindi augurato buon lavoro al candidato presidente, che riconosceva come fervente autonomista, dicendosi convinto che avrebbe portato avanti il bene della specificità locale, sia regionale che provinciale.
Andreas Leiter Reber (Die Freiheitlichen) ha detto di aver sempre ritenuto, così come molti altri, estremamente improduttive le sedute del Consiglio regionale: si vergognava di come venivano portate avanti le discussioni, e che ognuno facesse a gara per risultare il migliore autonomista. Conosceva molti Trentini, ed essi avevano un’impostazione completamente diversa, e considerava il Trentino parte del Tirolo, ma si chiedeva se senza la provincia di Bolzano in Italia i Trentini si sarebbero battuti allo stesso modo per l’Autonomia: bisognava essere onesti, quando si chiedeva una rivalutazione della Regione. Anche i Trentini dovevano battersi per l’autonomia, convincendo i loro conterranei del suo valore, perché venisse sentita così come in provincia di Bolzano, ma dovevano anche capire che i sudtirolesi potevano sentire questa Autonomia in maniera diversa. Il parere sui tre disegni di legge costituzionale sull'ampliamento dell'autonomia veniva ritardato da anni in Trentino: se il Trentino non era interessato, non doveva però sbarrare la strada al Sudtirolo.
Ugo Rossi (Gruppo Misto) ha chiesto che Leiter Reber chiarisse il suo giudizio sul lavoro dei Trentini, poiché in traduzione gli era arrivata la parola “vergognoso”. Leiter Reber ha chiarito di non essersi riferito a prese di posizioni personali, bensì alla scarsa produttività, che faceva perdere tanto tempo: pertanto sarebbe stato meglio trasmettere le competenze là dove potevano essere applicate al meglio.
Il candidato presidente Maurizio Fugatti, chiarendo in merito alle critiche di Atz Tammerle di aver detto “oh, scusa”, dove “Oh” era semplicemente espressione di stupore, in replica ai singoli interventi ha detto di aver ben citato, nella relazione, l’unicità dello Statuto di Autonomia. In quanto alla A22, la firma congiunta dei presidenti Kompatscher e Fugatti non era mai mancata, ed erano sempre state portate avanti azioni congiunte; anche in questa fase, che si sperava risolutiva, si portava avanti un’azione congiunta di Trento, Bolzano e dei soci, rispettando tutti i formalismi. Su Mediocredito, in precedenza si era convenuto di cedere le azioni, poi come Provincia di Trento si era ritenuto di mantenere sia le quote trentine che quelle trasmesse dalla Regione; l’Accordo tra Provincia di Trento, di Bolzano e gruppo Raiffeisen faceva riferimento a una vocazione regionale dell’istituto di credito, che sapesse anche guardare al di fuori della regione. A Bolzano c'era già un mondo bancario con determinate caratteristiche, a Trento ce n’era un altro: Mediocredito poteva inserirsi in questi ambiti nel modo più opportuno. C’era la volontà di portare avanti un percorso per l’introduzione del meccanismo dell’intesa: vero era che sarebbe stato meglio cominciare a inizio legislatura, ma le condizioni ottimali c’erano con il Governo attuale, con le diverse parti politiche in esso rappresentate. In quanto alle minoranze linguistiche, esse facevano parte della genesi delle Autonomie: il dialogo con il relativo assessore da parte del consigliere Guglielmi sarebbe stato il più possibile costruttivo. Ringraziando per gli interventi, e il pres. Paccher per il lavoro svolto, Fugatti ha fatto i migliori auguri al pres. Noggler e ha annunciato che avrebbe portato avanti il lavoro avviato da Kompatscher con gli stessi stimoli e lo stesso impegno.
Brigitte Foppa (Gruppo verde) si è rammaricata che fosse mancato un segno di solidarietà verso la cons. Atz Tammerle, e ha annunciato che molti esponenti delle minoranze avrebbero per questo lasciato l’aula durante la votazione.
Si è quindi proceduto alla votazione per l'elezione del presidente della Regione, al termine della quale il pres. Josef Noggler ha spiegato che vi avevano partecipato 40 consiglieri e consigliere, e che per Maurizio Fugatti erano state espresse 35 preferenze. La maggioranza necessaria per l’elezione ne avrebbe richieste 36, ma in ogni caso la votazione non era valida perché non vi avevano partecipato i ⅔ dei componenti dell'aula, e si sarebbe dovuta ripetere.
Ha quindi dichiarato conclusa la seduta di oggi, dando appuntamento alla prossima, che si svolgerà il 7 luglio.