Comunicati stampa
Niente quorum per l’elezione del presidente
È ripreso nel pomeriggio, in Consiglio regionale, il dibattito sull’elezione del presidente dell’assemblea per la seconda metà della legislatura.
Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia), chiedendo di verificare la possibilità di garantire un esito del voto che permettesse la sua praticabilità, ha ringraziato il pres. Paccher per aver interpretato il suo ruolo con rispetto istituzionale, come richiesto dal mandato, che imponeva correttezza formale ma anche decisione. Questo aveva permesso all’assemblea di lavorare. Nella fase di voto in cui ci si trovava, ha aggiunto, andavano esclusi ragionamenti relativi a maggioranza e minoranza, bisognava invece concentrarsi sul ruolo di garanzia dell’Ufficio di Presidenza: per questo il suo gruppo, ricordando di rappresentare la minoranza politica in tale Ufficio, sosteneva con convinzione l’attuale vicepresidente Noggler. Questo nonostante Fratelli d’Italia fosse stata ripetutamente definita da Achammer come contraria ai valori della democrazia e dell’Autonomia, o criticata dalla senatrice Unterberger, che aveva detto di inorridire ogni volta che Giorgia Meloni apriva la bocca, usando quindi a sua volta una grande violenza verbale. Il valore delle parole, testimoniato dall’assegnazione della scorta a Fugatti, avrebbe imposto di stigmatizzare le affermazioni di certi rappresentanti della SVP nei confronti di Fratelli d’Italia con la stessa condanna espressa questa mattina nei confronti delle affermazioni di Savoi. Si augurava che, da presidente, Noggler ne avrebbe tenuto conto, per non replicare quanto avvenuto nei confronti dell’ex assessore Cia, oggetto di una chiara azione di pressione dopo il cambio di partito.
Sara Ferrari (Partito Democratico) ha sostenuto che la violenza contro le donne era una piaga sociale che non colpiva un partito o una persona singola, ma riguardava il 50% della popolazione italiana. Ha ricordato che una donna moriva ogni tre giorni per questo, e che quindi il ragionamento in merito aveva un’altra portata rispetto a quello avanzato da Urzì. Questi ha replicato che le violenze verbali erano tutte uguali, da quella contro i componenti o la leader del suo partito, a quella degli animalisti contro Fugatti, a quella contro le donne: non bisognava scegliere di stare solo sul fronte che faceva più comodo.
Si è quindi proceduto alla votazione a scrutinio segreto, che ha dato come esito 36 voti per Noggler, 2 schede bianche e 1 nulla. Il presidente Roberto Paccher, riferendo che i partecipanti alla votazione non avevano raggiunto i ⅔ dei consiglieri (47), ha comunicato che mancando il quorum essa non era valida. Ha quindi interrotto i lavori annunciando la prossima convocazione di una nuova seduta, per procedere a un’altra votazione.
La seduta è conclusa.