Comunicati stampa
Rinviate all’autunno le elezioni comunali
Il plenum del Consiglio regionale, riunito in seduta straordinaria, ha esaminato questa mattina il Disegno di legge n. 37: Norme urgenti di rinvio del turno elettorale primaverile 2021 per l’elezione del sindaco e dei consigli comunali (presentato dalla Giunta regionale). Esso, poiché a causa della crisi da coronavirus e della necessità di garantire lo svolgimento delle consultazioni elettorali in condizioni di sicurezza non è possibile convocare i comizi elettorali per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale in 2 comuni della provincia di Trento e in 3 comuni della provincia di Bolzano come stabilito dal Codice degli enti locali (art. 217, comma 2), rinvia del turno elettorale primaverile, accorpandolo a quello autunnale che viene anticipato in una domenica tra il 1° settembre 2021 e il 15 novembre 2021.
Aprendo la discussione generale, l’ass. Lorenzo Ossana ha spiegato che il provvedimento riguardava in Alto Adige i Comuni di Merano, Glorenza e Nalles, in Trentino quelli di Bondone e Terragnolo, cui si aggiunge Brentonico, Comune recentemente sciolto. Il numero minimo delle firme da raccogliere era ridotto a un terzo, e c’era un aumento dei compensi dei componenti degli uffici elettorali. Il disegno di legge, ha aggiunto, aveva avuto parere favorevole del Consiglio dei Comuni (BZ) e del Consiglio delle Autonomie locali (TN).
Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha presentato un emendamento al fine di prevederele consultazioni in una domenica tra il 26 settembre e il 31 ottobre 2021, spiegando che l’arco temporale previsto dal disegno di legge lasciava un margine molto ampio alla Giunta regionale: sarebbe stato preferibile restringerlo. Ha aggiunto che un turno elettorale i 5 settembre sarebbe stato problematico, anche se preferito dai contadini della SVP: avrebbe infatti obbligato a svolgere la campagna elettorale a Ferragosto, quando molti cittadini sarebbero stati in ferie, come il settore turistico si augurava. Ha apprezzato invece lo stralcio di un tema che era poi diventato il secondo disegno di legge all’ordine del giorno oggi.
Alex Marini (Movimento 5 Stelle) ha proposto un emendamento riguardante la raccolta delle firme per i referenda, chiedendo anche per esse la riduzione a un terzo nel periodo dell’emergenza pandemica Covid-19. Ha aggiunto che mentre in Isvizzera e negli USA si stava votando sull’ampiezza della possibilità dell’esecutivo di introdurre provvedimenti emergenziali, con tanto di un referendum confermativo su un provvedimento emergenziale, in Trentino Alto Adige si agiva in maniera contraria, rimandando continuamente le scelte degli elettori. Una recente sentenza del TAR, inoltre, aveva annullato una decisione del Presidente della Provincia di Trento che rinviava sine die un referendum sul bio distretto agricolo. Marini ha ricordato che la commissione per la valutazione dell’ammissibilitá del referendum, la cui istituzione era stata decisa nel dicembre 2019, non era ancora stata costituita, non essendosi attivato il Consiglio delle Autonomie locali: questo dimostrava una sorta di avversione dei sindaci verso i referenda, come per esempio quelli sulle fusioni dei Comuni. Ha aggiunto che nella relazione illustrativa al disegno di legge mancavano riferimenti al contesto sanitario, oltreché il nome dei Comuni interessati e le motivazioni alla base del fatto che negli ultimi 12 mesi erano state possibili molte libertà ordinarie, ma non quella di esercitare liberamente il diritto elettorale e referendario. Non si faceva inoltre riferimento a possibili innovazioni tecnologiche per permettere il voto - per esempio agli studenti fuori sede. In quanto all'incremento del 30% delle indennità dei componenti delle commissioni e dei seggi elettorali, in base allo stesso principio si sarrbbe dovuto aumentare lo stipendio a tutti i lavoratori che hanno operato in situazioni di rischio. Dal voto a domicilio restavano esclusi malati cronici, anziani, persone fragili impossibilitate ad andare a votare per paura del contagio. Marini ha criticato che non fosse stato considerato l’accorpamento delle elezioni comunali con il referendum provinciale, e chiesto con un secondo emendamento una correzione in tale senso.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha condiviso le considerazioni di Urzì sull’ampiezza della forbice elettorale, concordando sulle date da lui proposte ma dicendosi anche disponibile a un compromesso. Fare campagna elettorale in agosto non era opportuno. Ha quindi proposto di evitare la lettura di tutti i documenti all’ordine del giorno per velocizzare i lavori.
Paul Köllensperger (Team K) ha accolto la proposta di Dello Sbarba e condiviso come lui la posizione di Urzì sulla forbice temporale. Il presidente Roberto Paccher, non essendoci posizioni contrarie, ha considerato accolta la proposta relativa alla velocizzazione dei lavori.
L’ass. Lorenzo Ossanna ha chiarito che la forbice considerata era una misura di cautela, essendo impossibile considerare la fine dell’emergenza, assicurando che la data scelta sarebbe stata ponderata e rispettosa di un ritorno alla vita normale e degli aspetti economici legati a agricoltura e turismo. Il disegno di legge aveva esplicitamente carattere di emergenza, non era possibile inserire il nome dei Comuni perché se ne sarebbero potuti aggiungere altri.
Approvato il passaggio alla discussione articolata (57 sì, 2 astenuti), sono stati discussi i 2 articoli del disegno di legge. In quest’ambito Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha ribadito la necessità di restringere l’arco di tempo temporale, ma il suo emendamento è stato respinto (18 sì, 34 no, 8 astensioni). Respinto anche (21 sì, 35 no, 6 astenuti) l’emendamento di Alex Marini relativo alle firme per i referenda e quello delle stesso consigliere al fine di accorpare elezioni comunali e referenda provinciali (19 sì, 34 no, 6 astensioni). A questo proposito, l’ass. Ossana aveva chiarito che le procedure delle due tipologie elettorali erano diverse, sarebbero servite nome di coordinamento regionale e provinciale: la Giunta avrebbe potuto valutarlo, ma nel frattempo l’emendamento non era accettabile. L’articolo 1 sul rinvio del turno elettorale è stato approvato con 42 sì, 1 no, 20 astensioni, l’articolo 2 sull’entrata in vigore è stato approvato con 43 favorevoli e 17 astensioni.
In fase di dichiarazione di voto, Alessandro Urzì (Fratelli d’italia) si è rammaricato che non fosse stata accolta la sua proposta relativa alla forbice temporale, secondo lui ragionevole, rilevando la scarsa disponibilità della maggioranza, tranne quando si forzano le situazioni: questo sarebbe stato di insegnamento per le prossime sessioni. Non avrebbe quindi votato a favore. Alex Marini (Movimento 5 Stelle) ha ribadito che l’Italia e la Regione erano tra i pochi sistemi al mondo che continuavano a rinviare le tornate elettorali: pertanto si sarebbe astenuto. Ha aggiunto che mentre la Corte dei Conti chiedeva di incoraggiare il processo di fusione dei piccoli comuni, in Consiglio regionale si rigettava la proposta di facilitare le procedure in tal senso, ma ha apprezzato la disponibilità dell’ass. Ossanna di discutere in Giunta della possibilità di accorpamento di elezioni comunali e referenda provinciali.
Messo in votazione, il disegno di legge è stato approvato con 38 sì e 20 astensioni.
È stato quindi trattato il Disegno di legge n. 39: Norme urgenti di semplificazione delle procedure per i concorsi pubblici in ragione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 (presentato dalla Giunta regionale). Poiché le misure di prevenzione e contenimento della diffusione del contagio virale da Covid-19 hanno comportato, tra molte altre conseguenze negative, la sospensione di numerosi concorsi pubblici, proprio nell’anno in cui le amministrazioni pubbliche avrebbero avuto maggiori necessità di assumere, per mettere a terra tempestivamente le misure emergenziali di sostegno ai cittadini e all’economia e sostituire le uscite anticipate rese possibili da “Quota 100”, e viste le norme nazionali di semplificazione e velocizzazione delle prove selettive, anche tramite il ricorso a strumenti informatici e digitali e videoconferenza, il disegno di legge rendeva possibile ai Comuni e alle APSP l’adozione delle misure di semplificazione e velocizzazione previste dall’articolo 10 del d.l. n. 44/2021 anche in deroga a quanto disposto dai rispettivi regolamenti organici del personale.
L’ass. Lorenzo Ossanna ha spiegato che il disegno di legge aveva carattere urgente e scadenza a fine anno, o alla fine dello stato di emergenza, se successivo. Ha ringraziato i componenti della prima commissione per l’appoggio al disegno di legge che nasceva da uno stralcio dal disegno di legge precedentemente trattato.
Approvato il passaggio alla discussione articolata (53 sì, 1 no, 6 astensioni), l’articolo 1 sulla semplificazione delle procedure per i concorsi pubblici in ragione dell’emergenza epidemiologica da covid-19 è stato approvato con 49 sì e 10 astensioni, l’articolo 2 sull’entrata in vigore è stato approvato con sì 51, e 10 astensioni. Non essendoci dichiarazioni di voto, il disegno di legge è stato posto in votazione e approvato con 50 sì e 11 astensioni.
Di seguito, i presidente Roberto Paccher ha presentato la Proposta di deliberazione n. 24: Modifica al Testo coordinato approvato con decreto del Presidente del Consiglio regionale n. 87 del 18 ottobre 2018 del regolamento organico del personale del Consiglio regionale per quanto riguardo l’articolo 15 comma 3 inerente l’attività di informazione, stampa e relazioni pubbliche (presentata dal Presidente del Consiglio regionale). Poiché nel 2019 la Corte costituzionale (sentenze n. 10 e n. 81) aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale di due leggi regionali che avevano previsto l’applicazione del contratto collettivo dei giornalisti per il settore privato, poiché la competenza a decidere quali contratti collettivi applicare nel pubblico impiego spetta allo Stato, era necessario modificare il regolamento organico per consentire eventuali future assunzioni di giornalisti: al comma 3 dell’articolo 15 del vigente Regolamento organico si proponeva, pertanto, la sostituzione delle parole “contratto nazionale di lavoro della categoria” con le parole “contratto collettivo riguardante il personale dell’area non dirigenziale del Consiglio regionale”.
Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha chiesto di rimandare la delibera, presupposto per assunzioni al Consiglio regionale: spettando queste all’Ufficio di Presidenza, che stava per cambiare, quindi si sarebbe dovuto aspettare, anche a fronte dei recenti esempi di assunzione da parte della Giunta. Ha chiesto poi quali erano le organizzazioni sindacali sentite, e se tra esse è compreso il Sindacato giornalisti, chiedendosi anche perché a Bolzano della questione non si parlasse. I giornalisti assunti negli uffici stampa, ha concluso, non sono megafoni del politico ma hanno un preciso codice etico da rispettare, a garanzia della loro autonomia: negli ultimi anni si rilevava invece una tendenza alla pressione.
Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha chiarito che non era l’Ufficio di Presidenza ma il presidente stesso a scegliere gli addetti stampa, il cui compito sarebbe di garantire maggiore amplificazione della vitalitá dell’istituzione regionale, rendendola presente nel dibattito. La delibera rispondeva effettivamente a una necessità: era giusto il richiamo di Dello Sbarba a un chiarimento sui contatti con le organizzazioni sindacali, ma le misure andavano prese a prescindere dagli organi in carica, quindi anche oggi. Andava detto anche che da parte della SVP non c’era grande voglia di valorizzare l’istituzione regionale.
Il presidente Roberto Paccher ha chiarito che la delibera non diceva che c’era stata contrattazione con le rappresentanze sindacali, ma faceva solo riferimento all’accordo sottoscritto da Regione e organizzazioni sindacali, e ricordato che si era stati sollecitati più volte a dotarsi di ufficio stampa come Consiglio regionale, dopo che ci si era avvalsi della collaborazione degli uffici stampa dei due Consigli provinciali. Una figura che seguisse l'informazione per il Consiglio regionale era necessaria, e a questo scopo era necessario adeguare il regolamento.
Alex Marini (Movimento 5 Stelle) ha rilevato che nella riunione di capigruppo molti di essi avevano espresso la volontà di rinviare, Adeguare il regolamento era necessario, come già avvenuto presso il Consiglio della Provincia autonoma di Trento, e questa delibera avrebbe dato il via libera all’assunzione di un giornalista. Sul fatto che la scelta fosse di competenza del solo presidente de non dell'Ufficio di Presidenza c’era da riflettere, così come sulle linee guida che l'Ufficio stampa avrebbe dovuto seguire e sulla relazione tra Ufficio stampa, Presidente, Ufficio di Presidenza e gruppi consiliari. Andava per esempio valutato se l’Ufficio stampa si sarebbe dovuto occupare anche delle commissioni o dei social network, se sarebbe stata un’assunzione a tempo indeterminato o meno.
Il presidente Roberto Paccher ha chiarito che modalità di assunzione e competenze non venivano modificate, e che si trattava di un tempo determinato fino al massimo della durata della legislatura.
Giorgio Tonini (Partito Democratico) ha sostenuto l’appello di Dello Sbarba, in quanto si trattava di un passaggio che aveva una sua delicatezza. Si era certamente chiamati ad adeguare l’ordinamento a quanto previsto dalla sentenza della Consulta, ma non si capivano le ragioni dell'urgenza: si poteva tranquillamente rimandare alla prossima seduta, dedicata agli assetti della Regione. In quanto allo status dei giornalisti nelle amministrazioni pubbliche, ricordando la sua esperienza come tale presso la Provincia autonoma di Trento, Tonini ha sottolineato che l’equilibrio tra rapporto fiduciario e autonomia professionale non era semplice e richiedeva delle garanzie. Nel caso del Consiglio regionale e di quelli provinciali, bisognava tener conto anche del pluralismo al loro interno.
Il presidente Roberto Paccher, ringraziando per i suggerimenti, ha ribadito la necessità di procedere a un passaggio tecnico supportato anche dall'Agenzia nazionale competente e dal sindacato giornalisti, un passaggio più volte sollecitato che avrebbe permesso l’applicazione del contratto collettivo. Gli adeguamenti erano stati frutto dell‘accordo nei primi giorni di maggio e non prevedevano interventi di contenuto. La delibera è stata quindi approvata con 33 sì e 28 astensioni.
La seduta è conclusa: il presidente Paccher ha dato appuntamento alla prossima seduta, prevista per il 26 di maggio in presenza.