Comunicati stampa
Misure condivise sul corridoio del Brennero, attività extraservizio dei dipendenti comunali
È ripresa nel pomeriggio di oggi, in Consiglio regionale, la trattazione della Mozione n. 14, presentata dai Consiglieri regionali Masè, Gottardi e Guglielmi per impegnare la Giunta regionale a intraprendere iniziative in merito al trasporto ferroviario, autostradale e combinato sulla tratta del Brennero, coinvolgendo Province, istituzioni e Governo austriaco, già avviata questa mattina.
Gerhard Lanz (SVP) ha ritenuto necessaria una misura concordata con tutti, e la mozione presentata andava in questa direzione, pertanto poteva anche essere sostenuta. Le misure adottate in Tirolo non avevano come obiettivo solo la tutela ambientale, tanto che anche Euro 5 ed Euro 6 erano state sottoposte a limitazioni. Molte aziende del Trentino-Alto Adige avevano spostato la sede per aggirare le restrizioni: anche per questo ci volevano una discussione e una soluzione globale, coinvolgendo anche le ferrovie. Il problema non erano solo i trasportatori, ma anche i clienti che chiedevano continue sostituzioni dei prodotti.
Giorgio Tonini (Partito Democratico), ringraziando Masè per il lavoro approfondito e in larga parte condivisibile: che esso risentisse della vicinanza di Masè con il mondo dell’autotrasporto era positivo, perché evidenziava che anche quel mondo si rendeva disponibile a una mediazione di interessi in collaborazione con gli altri attori. Premesse e dispositivo andavano votate separatamente, importante era la conferma del carattere strategico della ferrovia: tutto il traffico nuovo dovrà andare su rotaia, ma in parallelo all’asse del Brennero è necessario un processo di innovazione del traffico su gomma, con sperimentazioni su limitazioni di velocità, guida assistita, creazione di motori più puliti. La politica sull’Autostrada del Brennero deve essere rivolta a finanziare la linea ferroviaria, va abbandonato il progetto antiquato del completamento della Valdastico. Non va dimenticato che l’Europa si regge sul principio della libera circolazione ma anche su scelte politiche a favore di salute e sostenibilità ambientale. Certi problemi sono comuni e possono essere risolti solo su una scala più ampia, e il Governo si sta muovendo per far valere gli interessi italiani in una logica di mutuo incontro a livello europeo.
L’ass. Lorenzo Ossanna ha sostenuto la mozione a nome della Giunta, proponendo un emendamento al fine di aggiungere nel dispositivo un riferimento al lavoro fatto dalla Provincia di Trento in quest’ambito, con riferimento al progetto RoLa a Roncafort, e alla collaborazione tra le due province.
Ugo Rossi (Misto) ha apprezzato l’emendamento, evidenziando l’importanza di sottolineare ciò che era stato fatto in provincia di Trento negli ultimi anni. per potenziare le strutture di trasferimento del traffico merci dalla gomma alla rotaia, con sistema tariffario non penalizzante. Veniva così confermata una soluzione individuata nella scorsa legislatura. Egli ha condiviso in toto la proposta di Masè, ritenendo il mondo trentino degli autotrasporti consapevole e attento, chiedendo però il parere della Giunta sul basso costo del transito via gomma che comporta un aumento di traffico: il tema di una tariffa ambientale era già stato posto come tema di indirizzo strategico per il futuro.
La mozione è stata emendata con l’aggiunta di un dispositivo volto a favorire la collaborazione tra le due Province e le relative Camere di commercio per la valorizzazione dell’attuazione del terminal RoLa di Roncafort, che ridurrebbe i tempi di scarico e carico, aumenterebbe la capacità dei treni e ridurrebbe la forbice dei costi del trasporto su gomma e ferrovia, accolto e cofirmato da Vanessa Masè (La Civica), quale azione che avrebbe permesso nel breve periodo uno sviluppo del trasporto tra Wörgl e Trento. La consigliera ha negato ogni logica di rottura rispetto a Tirolo e Austria nelle premesse, ma di aver voluto semplicemente presentare in maniera realistica gli interessi del tessuto produttivo, non solo dell'autotrasporto, comuni a Trentino e Alto Adige, come dimostrava uno studio del prof. Hillpold per la Camera di Commercio di Bolzano in merito alla produzione di cereali. Ha ricordato che i vettori tirolesi sono esenti dal divieto del traffico, e questo compromette la concorrenza, come sostiene anche il presidente di Trasporti-Confindustria. Decisioni prese con reciprocità salvaguarderebbero sia l’ambiente che l’economia: va salvaguardata la sostenibilità di entrambi. Le misure adottate dal Tirolo non garantiscono il principio di libera circolazione, tant’è che stessa UE aveva in passato avviato una procedura di infrazione verso l’Austria.
Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia) ha condiviso lo spirito del documento, ritenendo però necessario ripristinare condizioni di parità commerciale con i vicini tirolesi, e occorreva una forte incentivazione dei trasporti su rotaia, con una visione complessiva della strategicità del settore. Non condivisibile era la riduzione della tematica a questioni di principio, come la riduzione del limite di velocità a 110 km/h.
Mirko Bisesti (Lega Salvini Trentino) ha ringraziato Masè per aver portato in aula un tema così importante, annunciando sostegno. Ha sottolineato l’importanza dell’unità dei due territori, anche per essere più forte nella dialettica con Oltralpe, anche pensando a chi tutti i giorni lavora su quest’asse.
Hanspeter Staffler (Gruppo Verde) ha rilevato le difficoltà relative alle premesse, che oppongono i due fronti economico e ambientale come se fossero a pari livello. Tuttavia, ci sono 2,5 milioni di TIR che passano attraverso il Brennero: il traffico è aumentato negli ultimi anni in maniera esponenziale e l’ambiente ne ha sofferto molto. Gli studi hanno dimostrato che ridurre la velocità di transito a 110 km/h ridurrebbe considerevolmente l’inquinamento da ossidi di azoto. Vero è che la stessa von der Leyen ha sollecitato tutti i Paesi del corridoio a trovare politiche condivise, come richiesto nel dispositivo, ma non a difesa della circolazione delle merci, bensì della tutela della salute. Il Gruppo verde ha quindi qualche perplessità, ritenendo quale obiettivo finale della mozione l’abolizione del divieto di transito notturno. Giusto è tutelare, oltre alla sensibilità ambientale, quelle economica e sociale, ma negli ultimi anni quella economica ha sempre avuto la priorità sulle altre due.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) si è meravigliato che rappresentanti della SVP, in particolare quelli dell’Alta Val d’Isarco, potessero essere d’accordo con la proposta, di cui i colleghi tirolesi non sapevano nulla. Il primo interesse da tutelare è quello della salute di chi vive lungo l’asse del Brennero, prioritario rispetto a quello degli autotrasportatori da tutta Europa. Il contingentamento in Austria non causa code in provincia di Bolzano, vero è il contrario. La mozione di fatto mira a eliminare i divieti notturni e settoriali, e questo non consiste certo in una collaborazione tra territori. Il consigliere ha chiesto una votazione nominale.
Gerhard Lanz (SVP) ha respinto le affermazioni di Knoll ritenendo che egli interpretava il testo a suo piacimento. Se si parla di economia non si parla di persone che transitano per piacere personale lungo l’asse del Brennero, che è parte dell’economia. Importante è anche che le persone possano lavorare, non solo la salute. Bisogna promuovere una discussione comune sul territorio per trovare una soluzione comune. Le code sono un dato di fatto, e si verificano sempre quando vengono prese misure selettive in Tirolo. La SVP avrebbe sostenuto la parte deliberante.
Alex Marini (Movimento 5 Stelle) ha rilevato che non si poteva parlare di ambiente in maniera astratta, ma andava sottolineato che nell’ambiente vivevano esseri umani: le persone che vivevano su quest’asse andavano coinvolte, come previsto dalla Convenzione di Aarhus, che prevedeva di attuare tre principi: informazione ambientale, partecipazione, giustizia ambientale. Per esempio, nel Baden Württemberg il finanziamento di un grande progetto relativo alla catena di trasporto è stato sottoposto ai cittadini in forma di referendum, mentre gli esempi in Isvizzera sono infiniti, anche a livello ferroviario relativamente al finanziamento dell’infrastruttura o sul raddoppio del San Gottardo: questo dimostra che la partecipazione di cittadini è possibile, anche nelle scelte tariffarie. Il consigliere si è chiesto infine se rafforzare l’interporto di Roncafort non comportasse più problemi ambientali che intervenire sull’interporto di Isola della Scala (VR).
Giorgio Tonini (PD) ha annunciato astensione sulla premessa, non perché non ne condividesse lo spirito ma perché incompleta. Avrebbe invece sostenuto il dispositivo. In quanto alla libera circolazione, quella di uomini e merci essa è un pilastro fondamentale della UE: questo non vuol dire che non si possono introdurre regolazioni, ma che non lo si può fare unilateralmente, bensì con un’azione condivisa, affinché non vengano create barriere interne.
In riferimento alla domanda di Rossi sulla questione tariffaria, l’ass. Lorenzo Ossana ha fatto riferimento a uno studio in merito all'aumento delle tariffe commissionato dalla Giunta, nonché al miglioramento di carico/scarico sui treni. Il tema sarebbe stato trattato in maniera esaustiva in futuro.
Walter Kaswalder (Autonomisti popolari - Fassa) ha sostenuto la mozione, sottolineando l'opportunità di una soluzione condivisa dai tre territori. Ha evidenziato che se negli anni 50 e 60 chi ha amministrato i territori non avesse avuto l’idea dell’autostrada non ci sarebbe stato lo sviluppo che essi avevano avuto, e ricordato il transito dei mezzi pesanti nel centro di Trento. Bisogna lavorare per il trasporto da gomma a ferro, ed è apprezzabile la valorizzazione dell’interporto di Roncafort.
Paolo Zanella (Misto) ha annunciato astensione, augurandosi che si potesse arrivare a un sistema dove il mondo economico può crescere senza che aumenti il trasporto merci, che a volte segue percorsi paradossali. Ci vogliono politiche di ridefinizione delle tariffe autostradali, di passaggio da gomma a rotaia, di incentivazione del trasporto elettrico o a idrogeno, politiche che egli non vedeva nella mozione. Condivisibile era il punto relativo alla riduzione dell’abbattimento acustico.
La mozione è stata posta in votazione per parti separate: la parte introduttiva respinta con 21 sì e 24 no, 19 astensioni, la parte deliberante (EMENDATA con le firme di Ossanna e Masè) approvata con 50 sì, 6 no e 10 astensioni.
Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha quindi presentato la Mozione n. 15 (Mair, Leiter Reber, Knoll e Atz Tammerle) per impegnare la Giunta regionale a introdurre a livello regionale una disciplina intesa a raggiungere la parità di trattamento tra dipendenti pubblici e dipendenti comunali in materia di attività extraservizio, evidenziando che nella Regione Autonoma Trentino-Alto Adige le attività extraservizio lucrative da parte dei dipendenti delle Province, delle Comunità comprensoriali o Comunità di valle e dei Comuni di sono disciplinate da norme legislative talvolta molto diverse tra loro. I dipendenti provinciali e delle Comunità comprensoriali possono svolgere occasionalmente attività extraservizio lucrative, tra cui attività di commercio, di industria o di libera professione e attività nell’ambito di rapporti di lavoro o di impiego alle dipendenze di privati o di enti pubblici, purché non sia superato il limite massimo dell’orario di lavoro di 48 ore settimanali medie. Il personale delle amministrazioni comunali, invece, se ha orario di servizio superiore al 50 per cento non può sostanzialmente svolgere prestazioni di lavoro subordinato né un’attività autonoma. Non si capisce il motivo di questa disparità. L’allora assessore competente Cia, ha ricordato Mair sottolineando che i regolamenti organici dei Comuni in merito all’attività extraservizio si rifanno alla legge regionale 2/2018, si era espresso in maniera favorevole a un'interrogazione del Team K.
L’ass. Lorenzo Ossanna ha chiarito che la diversa disciplina in vigore nei diversi enti è risultato di differenti scelte di merito operate dal Consiglio regionale e dai due Consigli provinciali, dando attuazione al principio costituzionale di esclusività e a quello di buon andamento della pubblica amministrazione. Anche le differenze nei Regolamenti comunali sono legittime, in base all’art. 65 dello Statuto. La diversità di regime, quindi, non configura una lesione del principio di uguaglianza. La Giunta era quindi contraria all’approvazione della mozione. Mair ha replicato ribadito che la disparità di trattamento non era accettabile, invitando a utilizzare la competenza del Consiglio regionale sul personale dei Comuni. Ha annunciato un disegno di legge in merito. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 13 sì, 39 no, 5 astensioni.
Il presidente Roberto Paccher ha quindi dichiarato conclusa la seduta.