Comunicati stampa
Equiparazione della previdenza complementare pubblica e privata e voto disgiunto
Dopo la riunione dei Capigruppo, il Presidente ha posto in votazione tre opzioni: chiudere i lavori subito, proseguire fino alle ore 19 o fino alle ore 21. La richiesta è nata dalla volontà da parte di alcune forze politiche di maggioranza di proseguire almeno fino all’ottavo punto all’ordine del giorno, le mozioni 7 e 8, in trattazione congiunta, in materia di Statuto d’Autonomia . In seguito ad una discussione in aula, il Consigliere Riccardo Dello Sbarba ha detto che non vi sarebbero le condizioni per discutere temi come lo Statuto d’Autonomia. Il Presidente Arno Kompatscher ha chiesto all’aula un metodo certo, ovvero decidere se chiudere i lavori o proseguire fino alle 21 come da convocazione. Alessandro Urzì (Misto) ha quindi proposto di votare si o no alla continuazione dei lavori e poi valutare l’eventuale prosieguo. Il Presidente Roberto Paccher ha chiesto una votazione per appello nominale rispettando la decisione dei Capigruppo. Arno Kompatscher ha ribadito la sua richiesta di far votare se andare avanti o meno. L’aula ha votato quindi con 39 voti a favore della prosecuzione dei lavori e 20 contrari.
I lavori sono quindi proseguiti con il Voto n. 2, presentato dai Consiglieri regionali Leonardi, Cia, Masè, Ambrosi e Guglielmi, affinché il Governo e il Parlamento italiano si impegnino ad equiparare l’adesione alla previdenza complementare dei dipendenti pubblici a quella dei dipendenti privati anche sotto il profilo delle prestazioni. L’Assessore Giorgio Leonardi (Misto) ha spiegato che esiste una discrasia tra dipendente pubblico e privato, dove l’adesione alla previdenza complementare per i primi comporta dei vincoli più restrittivi rispetto ai secondi. La proposta di voto è stata messa in votazione. La proposta di Voto è stata approvata a maggioranza.
Il Punto n.5 riguardava il rigetto della proposta di istituzione del nuovo Comune di “Belvedere d’Anaunia”, mediante la fusione dei Comuni di Cavareno, Romeno e Ronzone, in relazione all’esito non complessivamente favorevole del referendum consultivo, svoltosi il 22 settembre 2019 negli stessi Comuni. Anche questo punto ha visto l’approvazione.
la Mozione n. 6, presentata dai Consiglieri regionali Köllensperger, Rieder, Faistnauer, Ploner Alex, Ploner Franz e Unterholzner per impegnare la Giunta regionale a compiere adeguati interventi normativi per introdurre il voto disgiunto nei comuni sotto i 3.000 abitanti della provincia di Trento e nei comuni sotto i 15.000 abitanti della provincia di Bolzano. Il testo, presentato in aula dal consigliere Peter Faistnauer (Team K), chiedeva che fosse possibile poter votare candidati di propria fiducia anche in liste differenti. Il Consigliere Alessandro Urzì ha invitato a non sottovalutare un punto così importante. Si tratta, ha detto, di una riforma sostanziale che abbisogna di un approfondimento non solo in aula ma anche un metodo. Ha quindi invitato ad un processo di riforma organica della legge. Anche Ugo Rossi (Patt) ha evidenziato che forse occorre prendersi un momento per approfondire un tema così importante. Franz Locher (SVP) ha sottolineato l'importanza dell'affiliazione per la politica. Se ognuno nel consiglio comunale rappresenta il proprio programma, non si arriva ad alcun punto. Sandro Repetto (UPT) ha chiesto una sospensione per poter parlare con i proponenti per capire quale geografia potrebbe prendere un Consiglio comunale con consiglieri che vengono votati appartenendo ad una lista che non condivide le visioni del candidato sindaco eletto. La consigliera Maria Rieder (Team K) ha detto di essere dispiaciuta di non essere nelle condizioni migliori, poco prima delle elezioni comunali, per discutere questa mozione. Ha detto che con il voto disgiunto si potrebbe far scegliere alle persone di votare le persone che ritengono più idonee.
Ulli Mair (F) ha detto che la mozione è molto positiva e rappresenta un ammodernamento della democrazia. Ha detto però che il voto disgiunto potrebbe andare a discapito delle donne. Hanspeter Staffler (Verdi) ha detto “che il voto disgiunto rappresenta un passo nuovo in cui dovremmo muoverci, ma che occorre farlo insieme, ma non è semplice. Occorre chiedersi - ha detto - se con questo la popolazione allora si interesserebbe ancora meno alla politica”.Tuttavia ha rilevato l’importanza del tema e ha chiesto un approfondimento per poter trovare una proposta unitaria.
Alessio Manica (PD) ha criticato la scelta di poter chiudere un ordine del giorno attraverso un voto. Ha quindi chiesto una sospensione dei lavori per approfondire il tema discusso. “La prima reazione, sentendo il tema della discussione - ha detto - è stata di pensare che fosse una follia e che il Sindaco rischia di essere un’anatra zoppa senza maggioranza. Poi, leggendo tra le righe, ho visto si pensa ad un sistema che garantisce la maggioranza e poi da la possibilità ai cittadini di scegliere i consiglieri che stima di più”. Ha quindi chiesto chiarimenti rispetto al merito della proposta.
Alessandro Savoi (Lega) ha detto che “a prescindere che sia giusto o non sia giusto il voto disgiunto, oggi è impossibile discutere la legge elettorale quando siamo già pronti per andare a votare”. “Ritengo che questa proposta sia inopportuna in questo momento, mentre potrà essere rivista l’intera normativa dopo le elezioni se ritenuto necessario”. Alex Marini (M5S) ha parlato di una proposta che rappresenta “una riforma organica tout court”. Ha ricordato che in Svizzera esiste già un voto disgiunto, dove esiste una lista unica dove vengono eletti i candidati più votati. Ha quindi parlato di un sistema di voto che consenta di eleggere i migliori e, una volta eletti, di poterli anche controllare e ha ricordato l’importanza del referendum nel sistema svizzero.
Le minoranze si sono quindi trovate per una riunione per approfondire il tema. I lavori sono sospesi e riprendono alle ore 2030.