Comunicati stampa
Biblioteca Regionale: i volumi del Consiglio regionale non si spostano
"Ci adopereremo in ogni modo affinchè la Biblioteca della Regione rimanga a Trento". Questo il punto fermo del Presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, che ha spiegato oggi alla stampa, insieme all'Assessore all'Università, Ricerca e Istruzione della Provincia di Trento, Mirko Bisesti, perché non è possibile cedere i volumi senza il consenso del Consiglio regionale.
"Parte del patrimonio della biblioteca, circa 8000 volumi – ha spiegato Roberto Paccher - è stato dato alla Regione dal Consiglio regionale e dal Consiglio provinciale. Non si può dunque cedere senza prima un passaggio formale del Consiglio e del Suo Ufficio di Presidenza. La Convenzione (n.4839 del 30 marzo 2006), stipulata nel 2006 prevede esplicitamente, all'articolo 6, che ogni ente firmatario può recedere dalla stessa entro 6 mesi dall'inizio di ogni legislatura. Inoltre la mozione del 2005 con la quale il Consiglio regionale si impegna a riunire sotto un’unica biblioteca tutto il patrimonio librario, recita che la finalità di questo atto è quello di assicurare migliori condizioni di accesso funzionale al patrimonio bibliotecario della Provincia e della Regione sia ai Consiglieri, sia ai funzionari di tutti gli uffici interessati, mettendo loro a disposizione una più ampia disponibilità di testi, da offrire in spazi adeguati anche al pubblico esterno. Non si capisce dunque perché si dovrebbe cedere un patrimonio librario che appartiene all'intera collettività e rappresenta uno strumento di lavoro per tante persone, oltre che una risorsa per l'intera collettività".
"La biblioteca non è solo uno strumento per il pubblico, ma soprattutto una risorsa per gli addetti ai lavori. In essa sono contenuti molti testi che non sono reperibili altrove. Molti testi specialistici, oltre che tesi di laurea, sono qui conservati e custoditi. Inoltre in tutti i Consigli regionali hanno una propria biblioteca che ha precise finalità: la Biblioteca fornisce documentazione giuridico-legislativa, tecnica, scientifica e socio-culturale e permette consulenze bibliografiche e storiografiche". "Il nostro impegno è quello di mantenere questo patrimonio a disposizione della collettività e nella sede più indicata, che è quella del Palazzo della Regione".
"Il mio primo impegno – ha spiegato l'assessore Mirco Bisesti – è stato quello di verificare la possibilità di mantenere comunque i volumi in Trentino. Ora, con l'ausilio degli strumenti normativi del Consiglio regionale, cercheremo di bloccare la chiusura della Biblioteca e il suo trasferimento. Si tratta di un patrimonio che comprende la storia di una parte fondamentale della nostra terra che sono le minoranze linguistiche". "Non abbiamo compreso le motivazioni della decisione di questa scelta e pensiamo che per tutelare le minoranze occorra anche fare azioni concrete. Non è una battaglia simbolica: la Biblioteca svolge un ruolo fondamentale".
La Biblioteca sulle autonomie e le minoranze linguistiche della Regione è una biblioteca specialistica. Fornisce supporto informativo all’attività degli enti istituzionali del territorio ed è accessibile anche agli utenti esterni.
Possiede circa 27.000 monografie e oltre 300 periodici. La raccolta copre principalmente temi di politica, diritto, amministrazione pubblica, storia regionale, integrazione europea, cooperazione interregionale e movimento cooperativo. Una particolare attenzione è rivolta alle tematiche delle minoranze linguistiche storiche europee e delle autonomie locali.
La Biblioteca ospita una vasta collezione di documenti ufficiali del Consiglio d’Europa, è depositaria della documentazione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e cura la raccolta e la conservazione delle pubblicazioni edite dalla Regione fin dalla sua istituzione.
Inoltre sono disponibili alla consultazione circa 1.700 tesi di laurea su temi di interesse regionale.