Comunicati stampa
Sì al comune di Sèn Jan di Fassa / Sèn Jan
Approvato in Consiglio regionale, il disegno di legge n.94: Istituzione del nuovo Comune di Sèn Jan di Fassa-Sèn Jan mediante la fusione dei Comuni di Pozza di Fassa-Poza e Vigo di Fassa-Vich, presentato dalla Giunta regionale, arrivati, nella scorsa seduta, all’articolo 6. Il Consigliere Alessandro Urzì (Misto), che su questo testo ha presentato numerosi emendamenti, ha preso parola, contestando la scelta di un nome nella sola lingua ladina, ricordando che esiste anche il toponimo San Giovanni e chiedendo la doppia denominazione. In particolare, il Consigliere Urzì ha parlato di incostituzionalità della legge, perchè non tiene conto della parte di popolazione di lingua italiana.
L’assessore Giuseppe Detomas, chiamato in causa dall’intervento del consigliere Urzì, ha sottolineato come in molti comuni in altre regioni, come Saint Vincent in Val d’Aosta, ma anche in Trentino, facendo l’esempio, tra gli altri, di comuni come Amblar, Cles o Terzolas in Val di Non, vi sia un uso di un toponimo che si rifà a lingue minoritarie o di lingue scomparse e nessuno ha mai chiesto l’uso di un toponimo italiano. “Nel rispetto della volontà della popolazione, siamo all’interno dell’ordinamento statale e regionale”. Per il consigliere Urzì si tratta però di casi diversi, perchè nei comuni della Val di Non non insistono minoranze linguistiche e quindi non possono essere trattati alla stregua di quelli della Val di Fassa, dove invece vive la comunità ladina.
Nei suoi interventi, riferendosi anche alla situazione di Catalogna e Paesi Baschi, ricordando come si fosse partiti anche dalla toponomastica, ha parlato di una situazione che può portare al nazionalismo e ha ribadito più volte la richiesta di introdurre, aggiungendolo a Sèn Jan, il nome San Giovanni. Tutti i suoi emendamenti sono stati respinti.
In dichiarazione di voto, il consigliere Alessandro Urzì ha ribadito la posizione, sostenendo che la scelta di indicare il nuovo comune in entrambe le dizioni con Sèn Jan è solo formalmente bilingue, ma nella sostanza cancella la dizione italiana di San Giovanni e ha annunciato voto contrario.
“Ricordo al collega Urzì - ha detto Sven Knoll (STF) - che qualche anno fa proprio a Bolzano fece stralciare la dizione tedesca di Trento/Trient su un cartello e in egual modo ha fatto a Passo Resia”. Ha quindi parlato del comune di Saint Jean, in Val d’Aosta, sotto il fascismo chiamato San Giovanni, ma che ora tutti chiamano con il suo nome originale. Ha quindi detto che questa legge crea un precedente, per il quale se un Comune chiederà una sola denominazione con referendum, potrà farlo. Marino Simoni (PT) ha ricordato il lavoro in Commissione e ha parlato di una azione molto costruttiva: “Credo che, nella correttezza della posizioni espresse, si era voluta rimarcare la competenza della Regione nell’intervenire nel merito”. “Certe questioni andavano poste nelle premesse. Oggi, io credo che, riconfermando la validità dei presupposti, che vanno rispettati, legati alla toponomastica e ai gruppi etnici della popolazione”. “Voteremo favorevolmente questa legge, sulla base di quanto detto dall’Assessore Detomas, ma anche dagli stessi amministratori dei comuni interessati”.
La votazione ha visto 35 voti favorevoli, 1 contrario e 13 astensioni.