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Comunicati stampa

Digitalizzazione e sedi segretarili, rendiconto 2016, vittime del terrorismo

Approvato il disegno di legge che interviene in materia di enti locali, via libera anche a una delibera dell'Ufficio di Presidenza, sospesa una mozione di urzì. .

La seduta di oggi è iniziata nel ricordo dell’ex consigliere regionale Eugenio Binelli, componente del Consiglio regionale dal 1978 al 1988 e dal 1993 al 1999, di cui il presidente Thomas Widmann ha ricordato l’attività nel Parlamento regionale. Il plenum ha quindi osservato un minuto di silenzio nel suo ricordo.

Il primo punto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale era, oggi, il disegno di legge n. 98: Disposizioni in materia di enti locali (presentato dalla Giunta regionale). . Come ha spiegato il presidente della 1a commissione legislativa Walter Kaswalder, in questa sede il disegno di legge aveva ricevuto parere positivo con 8 sì e 2 astensioni.

Il presentatore, ass. Josef Noggler, ha chiarito che la proposta interviene sulla base di due proposte formulate dal Consiglio delle Autonomie locali della provincia di Trento e condivise dal Consiglio dei Comuni della provincia di Bolzano, i quali, in base alla legge regionale 1/2011, partecipano alla formazione degli atti della Regione nelle materie relative all'ordinamento degli enti locali. Nel dettaglio, la proposta introduce la possibilità di una forma di verbalizzazione "digitale" delle sedute consiliari, con la convocazione degli organi collegiali degli enti locali con l'utilizzo di strumenti informatici, e la messa a disposizione dei consiglieri degli atti relativi ai punti all'ordine del giorno delle sedute su supporto informatico; inoltre, considera la registrazione audio o audio-video della seduta quale verbale della medesima; interviene infine sulle modifiche delle sedi segretarili conseguenti a fusioni di Comuni o all'introduzione della gestione associata, disponendo che questa non comporta la definitiva unificazione o soppressione delle sedi segretarili: i segretari comunali non titolari dopo la fusione vengono collocati in disponibilità biennale.

Rodolfo Borga (Amministrare e Civica Trentina) ha chiesto quali interessi di carattere generale giustifichino questa modifica, e se l’articolo 2 sui segretari comunali é di fatto una norma di interpretazione autentica, che andrebbe applicata quindi anche retroattivamente. L’ass. Noggler ha chiarito che la problematica riguarda per lo più il trentino, e che porta un chiarimento richiesto dal Consiglio delle Autonomie locali. Si tratta dei segretari comunali di circa 50 Comuni interessati dalla fusione, per i quali é stata trovata una soluzione. L’intesa con i segretari comunali é avvenuta, anche se quelli della provincia di Bolzano non erano molto d’accordo sull’assenso della Giunta comunale sulla messa in disponibilità dei segretari comunali non titolari.

Marino Simoni (Progetto Trentino) ha apprezzato che si esaminasse il primo disegno di legge nato da proposta dei Comuni, e si è augurato in autunno una revisione generale della normativa, come proposto dall’ass. Noggler in commissione, “perché stiamo continuando a mettere pezze che compromettono il quadro complessivo della situazione”. Vanno ridefiniti una volta per tutte la figura e il ruolo del segretario comunale, va anche chiarita la questione dell’anzianità. L’approvazione di Consiglio e Consorzio dei Comuni induce comunque a un parere positivo sul disegno di legge.

Rodolfo Borga (Amministrare e Civica Trentina) ha chiesto di nuovo se l’articolo 2 deve essere considerato un’interpretazione autentica, e segnalato che il sostegno dei Comuni non è sufficiente per dare l’assenso. L’ass. Josef Noggler ha chiarito che non si tratta di un’interpretazione autentica; ha quindi annunciato per l’autunno un testo unico in materia, per la rielaborazione dell’ordinamento comunale.

Il passaggio alla discussione articolata è stato approvato con 26 sì e 16 astensioni.

L’articolo 1, che introduce una nuova forma di verbalizzazione "digitale" delle sedute consiliari e dispone la convocazione in forma digitale, è stato sostenuto da Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit), che ha ricordato che il suo gruppo riteneva importante la modifica al fine di registrare anche le posizioni delle opposizioni, non sempre riportate e di un più facile accesso da parte della popolazione. Ha chiesto poi se accanto alla registrazione rimarrà un verbale scritto.

Walter Blaas (F) ha condiviso l’idea di un protocollo digitale, chiedendo però di verificare che sia sempre possibile l’accesso: a volte i file non si aprono: l’ass. Noggler è invitato a garantire questa opportunità.

L’ass. Josef Noggler ha chiarito che secondo la norma lo Statuto comunale può prevedere le registrazioni audio/video: spetta ai Comuni decidere se farlo o no, o se continuare o meno a distribuire il verbale cartaceo. Se i Comuni avranno problemi di attuazione, troveranno aiuto presso la Regione.

L’articolo 1 è stato approvato con 46 sì e 9 astensioni.

L’articolo 2 stabilisce che la gestione associata della segreteria comunale non comporta la definitiva unificazione/soppressione delle sedi segretarili. Nel caso di gestione associata saranno pertanto possibili nuove assunzioni di segretari comunali, nel rispetto dei limiti. I segretari non inquadrati come titolari potranno essere collocati in disponibilità per il periodo massimo di due anni. Esso è stato approvato senza discussione con 41 sì e 17 astensioni.

L’articolo 3 sull’entrata in vigore è stato approvato senza discussione con 37 sì e 18 astensioni.

Nell’ambito delle dichiarazioni di voto, Walter Blaas (F) ha annunciato voto favorevole, ribadendo però la richiesta di una legge organica: “Mi auguro che le parole dell’ass. Noggler non rimangano parole vuote, ma che si arrivi a un testo unico”.

Il disegno di legge 98, Disposizioni in materia di enti locali (presentato dalla Giunta regionale), è stato quindi approvato con 44 sì e 18 astensioni.

Il pres. Thomas Widmann ha quindi presentato all’aula la proposta di delibera n. 48: Approvazione del Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2016 (presentata dall’Ufficio di Presidenza), disposto per la prima volta, ha spiegato, secondo i criteri della contabilità armonizzata previsti dal decreto legislativo 118/2011. Il rendiconto relativo all’anno 2016 si è chiuso con un totale delle entrate, al netto delle contabilità speciali, pari a 23.636.160,06 €, e un totale delle spese impegnate pari a 22.330.841,13 €, con un avanzo di competenza di 1.305.318,93 €. Nel conto rientrano anche 143.674,57 €  derivanti da versamenti in contanti e da trattenute sulle indennità e assegni vitalizi, nonché 135.000 € quali quote rientranti del Fondo Family; si è provveduto poi al versamento alla Regione Autonoma Trentino Alto Adige di 13.309.111,18 €, quale seconda quota per il finanziamento del Fondo regionale per il sostegno della famiglia e dell’occupazione.

Non essendoci interventi, il rendiconto è stato approvato con 28 sì e 21 astensioni.

L’aula ha quindi esaminato la mozione n. 53, presentata dai Consiglieri regionali Urzì, Borga e Giovanazzi per impegnare la Giunta regionale a farsi parte attiva per individuare all’interno del territorio regionale uno spazio pubblico da riservare alla dolorosa memoria delle vittime militari e civili del terrorismo in Alto Adige. Alessandro Urzì (Gruppo Misto) ha spiegato che discutere questa mozione all’indomani delle celebrazioni di Merano é significativo, perché la consapevolezza delle vicende storiche deve garantire una visione complessiva delle medesime: il percorso che ha prodotto l’Autonomia ieri celebrata è complesso, e ha avuto fasi controverse, con luci e ombre; nei confronti delle vittime di anni di violenza, che è sempre e in ogni modo da condannare, c’è il dovere della memoria: ricordare é un monito per le nuove generazioni. Urzì ha quindi citato i nomi delle vittime “di questa stagione drammatica”, ribadendo l’invito alla Giunta regionale a individuare all'interno del territorio regionale un piccolo spazio pubblico da riservare a questa dolorosa memoria, in cui sia collocata una targa in memoria delle vittime.

Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha sostenuto che è giusto ricordare questa parte della storia, aggiungendo però che le vittime non vanno strumentalizzate, come fatto da Urzì con la sua lista, che selezione le vittime ed esclude Franz Innerhofer, che, ucciso dai fascisti nel Blutsonntag, fu la prima vittima. Nella lista é presente poi Vittorio Tiralongo, che si é sempre cercato di presentare come vittima dei Pusterer Buam anche se un alto ufficiale dei Carabinieri ha detto pubblicamente che egli era stato vittima di una lite interna. Quando un popolo viene occupato dallo straniero che mira all’omologazione, questo porta chiaramente a delle resistenze: che si acuiscano non è giustificabile, ma é comprensibile. C’è differenza tra quella che era una lotta per la liberazione e quello che oggi si intende come terrorismo: “Senza l’annessione violenta da parte dell’Italia queste persone sarebbero in vita”.

Hans Heiss (Gruppo Verde) ha lodato le celebrazioni di ieri ma evidenziato che la mozione mostra l’esistenza di molte domande aperte. La politica ha chiuso la vertenza, ma persistono dei conflitti, e il ricordo è differenziato. Gli anni ‘60 sono stati molto critici, ma regnava la democrazia, pertanto si tratta di una fase che va distinta da quella del fascismo. LA violenza perpetrata in un primo momento era rivolta non a persone, ma a simboli, poi la situazione é diventata più critica, con gli attentati sfociati in un terrorismo, in quanto si passò all’uso delle armi. Tuttavia, nella mozione il ruolo dello Stato viene minimizzato, mentre nel frattempo si conoscono i mezzi da esso usati dopo la notte dei fuochi: casi di tortura, violenza, brutalità. La mozione di Urzì considera la questione solo a metà, pertanto il suo gruppo non la sosterrà. Ci vuole un’interpretazione condivisa da tutte le parti.

Walter Blaas (Die Freiheitlichen) ha annunciato la contrarietà anche dei Freiheitlichen, rilevando la difficoltà di capire chi sono le vittime. Non va comunque creato un nuovo luogo che sarebbe meta di deposizione di corone e provocazioni.

Dieter Steger (SVP) ha rilevato che ricordare le vittime é obbligatorio, tuttavia la mozione prende in considerazione solo una parte di esse, mentre vanno ricordate tutte. Sarebbe stato più opportuno discutere la mozione in Consiglio provinciale, invece che regionale; é comunque opportuna una revisione comune della storia, in uno spirito di pacificazione. Per questo, non è ancora il momento di approvare una mozione come questa: “Speriamo che presto si arrivi a una posizione comune”.

Rodolfo Borga (Amministrare e Civica Trentina) sottoscrittore della mozione, ha segnalato che il tema accende gli animi. Le persone citate da Urzì sono tutte vittime, ma alcuni atti di violenza sono controversi, anche all’interno della destra italiana. Non si può non considerare che gli eventi storici che hanno portato la regione, e ancora di più l’Alto Adige/Südtirol, in Italia, hanno causato delle opposizioni, ed il sentimento della popolazione sudtirolese È da comprendere: ma a 100 anni di distanza, anche i sudtirolesi devono comprendere che il tempo passa e l’orologio della storia non si riporta indietro. Se la ragione di un movimento politico é sostenere come che allo stato attuale sono irrealizzabili, non bisogna comunque dimenticare che si deve guardare avanti, non sempre indietro. Pur avendo co-firmato la mozione affinché fosse discussa, Borga ha detto di non condividere totalmente la posizione di Urzì, e di essere portato a comprendere le ragioni del popolo sudtirolese, ma ha invitato a guardare avanti, riconoscendo la comunità italiana come “parte integrante di questa terra”. Ha chiesto quindi alla Giunta di invitare Urzì a sospendere la mozione per trovare essa stessa una soluzione a memoria delle vittime che sia condivisa.

 

Marino Simoni (Progetto Trentino) ha sostenuto che condanna e terrorismo vanno combattute e stigmatizzare con lo Stato di diritto. Bisogna puntare a momenti di discussione, dibattito e superamento di posizioni che nascono da letture diverse della storia. Determinate situazioni hanno lasciato il segno, ma oggi forzare la mano su questi elementi non é politica, e crea nuove divisioni. Come Borga, anch’egli ha chiesto di sospendere la mozione per riflettere su momenti che uniscono, non su occasioni che dividono: non sarebbe politica bocciare la mozione sic et simpliciter.

Alessandro Urzì (Gruppo Misto) ha quindi dato disponibilità alla sollecitazione di una sospensione, rilevando che l’obiettivo è sempre il rispetto per situazioni dolorose e la condivisione della memoria delle vittime del terrorismo. Se questo proposito va meglio formulato, e se il presidente della Regione dichiara la volontà di ricordare le vittime, egli é disponibile a sospendere.

Il pres. Arno Kompatscher ha fatto riferimento alle celebrazioni di ieri a Merano, in cui é stato evidenziato che la strada che ha portato all’Autonomia è stata difficile e in salita, e ha avuto successo grazie a trattative e diplomazia portate avanti da grandi statisti. Questa storia non é solo gloriosa, ma anche dolorosa, a partire dalla repressione fascista ma anche con gli eventi del dopoguerra. È giusto ricordare le vittime del terrorismo, senza tentennamenti, ma la lista di Urzì é incompleta, ed é vero che manca l’identità di vedute sui fatti storici del dopoguerra. Ieri a Merano egli ha auspicato il superamento delle controversie, necessario per una convivenza pacifica, nel dialogo e nel rispetto specifico: quello in esame é un aspetto su cui bisogna fare ancora un po’ di strada, e in ogni caso bisogna evitare la strumentalizzazione politica. La mozione é concepita in modo troppo unilaterale, e per questo egli la respinge: “Chiedo di ritirarla, per permetterci di trovare un approccio comune, per esempio attraverso l’Istituto per la Storia Regionale”. Urzì si è detto disponibile a sospendere la mozione, con l’intenzione di ritirarla nel momento in cui si troverà un’intesa, invitando però Kompatscher a dare una rassicurazione chiara. Ha aggiunto che l’elenco delle vittime è stato stralciato da quello delle vittime del terrorismo in Italia, presente in un volume pubblicato dalla Presidenza della Repubblica. Urzí ha quindi segnalato che sullo Statuto non ci sono solo le luci evidenziate ieri, ma anche tante ombre, per esempio l’applicazione ormai superata della proporzionale. Ha criticato che ci fossero celebrazioni e convegni sull’opzione e altri eventi ma nessuno sulle vittime del terrorismo, e detto a Heiss che anche la storia é un’interpretazione, ricordando che tutte le sentenze hanno smentito presunti episodi di tortura. Ha poi respinto l’identificazione del terrorismo con la resistenza, perché quando si mettono mine o si spara da lontano “si é solo dei vigliacchi”. Kompatscher ha ribadito la richiesta di ritiro della mozione, sottolineando l’importanza di un approccio comune affinché la materia non venga strumentalizzata: la mozione, ha ribadito, cita solo un lato della violenza ed esclude delle vittime. Il vicepres. Ugo Rossi ha ricordato che per lunghi anni furono dimenticati i trentini morti in guerra prima del 1915 con la divisa austroungarica, sostenendo che sarebbe stato un errore cercare di ripristinare questa memoria al di fuori di un percorso condiviso: bisogna convincere l’interlocutore che vale la pena ricordarli tutti insieme. Urzí ha quindi sospeso il suo documento fino alla prima seduta dopo il 9 maggio 2018 (il 9 maggio si celebra la Giornata in ricordo delle vittime del terrorismo).

La seduta del Consiglio regionale è conclusa: il plenum torna a riunirsi a luglio.