Comunicati stampa
La Giunta sta lavorando con i Sindacati per risolvere gli ultimi problemi per la transizione del personale della Giustizia dallo Stato alla Regione
Mozione n.50: Centri identificazione e espulsione
La seduta odierna del Consiglio regionale è stata aperta dalla Mozione n. 50, presentata dai Consiglieri regionali Cia, Fugatti, Bottamedi e Bezzi per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi presso il Commissario del Governo della Provincia autonoma di Trento e presso il Commissario del Governo della Provincia autonoma di Bolzano al fine di istituire un Centro di Identificazione e di Espulsione sul territorio regionale a carattere temporaneo e con il fine di controllare l’escalation di violenza e di fatti di cronaca nera legati al degrado e spesso collegati al mondo della droga e della tossicodipendenza, problematiche venutesi a creare in relazione all’emergenza sbarchi. Il Consigliere Claudio Cia (LN-FI), nel presentare la mozione, ha spiegato che è importante che sia aperto un centro di identificazione ed espulsione per gestire la situazione di ordine pubblico, lasciandone la gestione al Prefetto.
Rodolfo Borga (ACT) ha quindi detto che si tratta di problemi che non riguardano tanto l’accoglienza, quando l’ordine pubblico”. “Per l’istituzione dei CIE - ha spiegato - occorre fidarsi del Governo in merito alla gestione dei Centri”. “Aspetterei che tutte le Regioni si dotassero di un CIE, prima di aprirlo in Trentino. Ma siete sicuri che poi il Governo si limiterebbe a cento immigrati?”. Ha quindi portato l’esempio del Carcere di Trento, dove “i numeri sono stati disattesi e ora ci troviamo il carcere sovraffollato”.
Maurizio Fugatti (LN-FI) ha detto che, pur avendo firmato e sostenuto la mozione, “i CIE sono una piccolissima valvola di sfogo, a fronte dell’arrivo di quattromila immigrati al giorno. Il CIE è uno strumento funzionale, ma il problema è a monte: se non si risolve il modo e la gestione dell’immigrazione a livello internazionale, non si risolverà il problema”. “Il voto è positivo alla mozione, ma è chiaro che non possiamo poi prendercela con i CIE se la situazione non sarà risolta.
Per Walter Blaas (F), la mozione non può essere accolta, “perchè sappiamo che le cose provvisorie diventano definitive”.
“Se avessimo la competenza sull’immigrazione - ha detto Berhard Zimmerhofer (STF) - avrebbe senso aprire un CIE in Regione, ma visto che la competenza è dello Stato, non lo riteniamo opportuno”.
Hans Heiss (V) ha annunciato voto contrario mozione: “E’ vero che tra alcuni migranti c’è un parte di delinquenza, ma è anche vero che queste persone sono da molto tempo sul nostro territorio e si tratta per la maggior parte di criminalità organizzata che va combattuta in modo diverso da questo controllo. Queste forme di criminalità non hanno un collegamento diretto con l’immigrazione. Ora non si chiamano Centri di espulsione, ma centri di rimpatrio e questo mi ricorda molto il 1939, quando i Sudtirolesi venivano “rimpatriati.” “Questi Centri di Permanenza e il rimpatrio non risolvono il problema: l’Italia si trova in uno stato di necessità che supera le sue forze e occorre coinvolgere l’Unione Europea”.
“Walter Kaswalder (Misto) ha quindi ricordato quello successo nel Centro di Crotone, “dove l’ Ndrangheta ha gestito il centro con guadagni enormi”. “Il traffico dei migranti rende più della droga”. Ha quindi posto l’accento sul problema dei costi, parlando del fatto che rappresentano un costo per la collettività. Sulla Mozione ha detto di non essere d’accordo: “Se fossimo in uno Stato serio, come Austria, Ungheria, che sta chiudendo i confini a questa invasione. Questi immigrati arrivano in Sicilia perchè è chiaro che questo traffico è in mano alla Mafia, alla ‘Ndrangheta e tutti facciamo finta di niente”.
Simoni Marino (PT) ha detto che non è il CIE lo strumento per risolvere il problema della criminalità organizzata, o quello della droga: “Noi, su questa mozione, ci asteniamo, con la convinzione che strumenti dalla politica devono essere utilizzati per rafforzare lo Stato contro la crescita della criminalità, ma dall’altra sullo strumento del CIE dovremmo ragionare in maniera più ponderata e meno d’impulso”.
La votazione ha visto la mozione respinta 30 no, 6 si e 7 asensione.
Mozione n. 52: Personale amministrativo della Giustizia
Punto successivo all’ordine del giorno, Mozione n. 52, presentata dai Consiglieri regionali Bezzi, Fugatti, Bottamedi e Cia, concernente le modalità del passaggio del personale della Giustizia nei ruoli regionali .
Dopo la presentazione da parte del primo firmatario, Giacomo Bezzi, l’assessore Giuseppe Detomas ha spiegato che la mozione fa riferimento alla Norma di attuazione che delega la competenza alla Regione: “Dal punto di vista costituzionale, questa delega rappresenta un unicum. Il fatto che si sia deciso di delegarle, rappresenta per la nostra Autonomia un motivo di grande orgoglio. Va a sovrapporsi e ad implementare quello che è il raccordo tra il potere legislativo e quello giudiziario, che deve per altro godere della massima autonomia e indipendenza”. “In questa fase molto delicata, in cui c’è di mezzo anche una trattativa sindacale - ha quindi detto - chiedo di sospendere la trattazione della mozione, poichè è in atto una trattativa. L’esigenza primaria della Regione è quella di migliorare l’efficienza e la funzionalità degli uffici”.
“In considerazione di un non sperimentata transizione - ha aggiunto Alessandro Urzì (Misto) - occorre valutare bene, con il riconoscimento di determinate professionalità”. “Sul piano politico credo vi sia stato un atteggiamento colpevolmente distratto sulla Norma di attuazione. Si tratta di un passaggio estremamente critico per la nostra Autonomia. E’ un provvedimento che è andato a incidere profondamente su quello che un ruolo distinto tra Istituzioni che devono collaborare ma che devono mantenere ruoli distinti”.
Walter Blaas (F) ha detto che già in passato sono avvenute transizioni, come nell’ANAS e ha sottolineato come debba essere regolato bene questo passaggio, mantenendo saldamente ancorato il principio del bilibuismo,
Anche Myriam Atz Tammerle (STF) ha parlato del problema del bilinguismo e ha sottolineato la necessità dell’imparzialità da parte del personale giudiziario.
Arno Kompatscher ha detto che per quanto riguarda i contenuti di quanto detto molto può essere condiviso. “Mi sto occupando personalmente di questa transizione e ho incontrato personalmente i Sindacati. Ci sono alcuni profili professionali per i quali non c’è equivalenza. Va sottolineato che sotto il passaggio alla REgione, senza prevedere aumenti nell’ambito del contratto collettivo, esiste un miglioramento sotto il profilo economico del minimo del 4%, che avranno tutti. Per quanto riguarda i profili professionali, anche se non c’è per tutti equivbalenza, siamo riusciti a risolvere i problemi. Siamo riusciti a trovare un ulteriore accordo, prevedendo una riqualificazione del personale anche dopo il passaggio, attraverso concorsi che permettano la progressione. Dobbiamo ora riempiere di contenuto questo accordo, in intesa con i Sindacati. Cercheremo una via ad hoc perchè in futuro questo passaggio possa continuare in armonia con il contratto collettivo. Se in ambito nazionale saranno previsti miglioramenti, dovranno essere adeguati i profili anche a livello regionale”. “L’Ultimo incontro è stato molto positivo: non posso dire che abbiamo risolto tutte le questioni, ma stiamo facendo passi avanti”. Ha quindi chiesto al proponente di ritirare la mozione, poichè, rispetto a quando è stata presentata, sono stati risolti molti dei punti. “Sono fiducioso che prossimamente saremo in grado di chiarire in punti non ancora chiari e potremo limare ulteriormente i dettagli”. “Devo dire che c’è poco personale negli Uffici giudiziari e proprio per questo c’è anche lentezza. In Alto Adige solo il 50% dei posti sono occupati e quindi dovremo raggiungere anche un accordo su questo e dovremo negoziare con lo Stato anche questa questione”. “Non riusciremo a ricevere il 100per cento delle spese per l’organico, ma almeno vorremmo avere quello che viene dato alle altre Regioni per la Giustizia, per coprire le spese”. “Ritengo quindi opportuno ritirare questa mozione poichè il contenuto non corrisponde a quanto concordato con i sindacati”.
Il consigliere Giacomo Bezzi (LN-FI) ha quindi detto di essere disposto alla sospensione, non al ritiro, per lasciare il tempo alla Giunta di concludere gli accordi: “Mi auguro - ha detto - che si possa pensare anche all’aggiornamento del personale”.
La seduta è stata quindi chiusa.