Comunicati stampa
In Consiglio regionale il dibattito sulla famiglia tradizionale
I lavori del Consiglio regionale sono iniziati con la trattazione della Mozione n. 41, presentata dai Consiglieri regionali Civettini, Borga, Fasanelli e Viola, affinché la Giunta regionale si attivi, esercitando ogni utile pressione sul Governo, affinché venga data piena e concreta applicazione alla Sentenza della Corte costituzionale n. 70/2015 e conseguentemente ai pensionati sia corrisposta l’integrale restituzione del blocco della perequazione automatica e la ricostruzione del trattamento pensionistico. “A voi l’ardua sentenza se dare il mandato alla Giunta regionale - ha detto Civettini - se fare pressioni per rappresentare le difficoltà di molti pensionati e affinchè le sentenze siano rispettate”.
Il Vicepresidente Rossi ha espresso parere favorevole al raccoglimento della pressione poichè “si tratta di esercitare uno stimolo di carattere politico. Credo che la Giunta lo faccia sulla base di un impegno del Consiglio regionale rende più significativo il dialogo con il Governo”. La mozione n.41 è stata approvata con 44 voti a favore e 1 astenuto.
Punto successivo Mozione n. 46, presentata dai Consiglieri regionali Leitner, Blaas, Mair, Tinkhauser, Stocker S. e Oberhofer, per impegnare la Giunta regionale a trasferire entro la corrente Legislatura alle Province autonome di Trento e di Bolzano la competenza in materia di elezioni degli organi comunali, ordinamento del personale comunale, ordinamento dei comuni, nonché in materia di referendum previsto dall’articolo 7 dello Statuto di autonomia. Pius Leitner (F) ha quindi illustrato la mozione, motivandola con la necessità di separare la disciplina per l’ordinamento dei Comuni tra le due Province, “per una questione di semplificazione e trasparenza”. “Abbiamo realtà diverse - ha detto - e mentalità diverse, come abbiamo constatato in passato e sarebbe più sensato dividere tra le due Province, visto che la legge elettorale attuale contiene molti distinguo tra le due realtà”. A favore della mozione Bernhard Zimmerhofer (STF). Hans Heiss (V) ha detto che “esistono punti a favore di questa mozione, ma” - ha detto - “ci sono molti punti in comune nello svolgimento dei lavori e sarebbe un peccato se tutto questo andasse perduto. Occorre valorizzare i punti in comune tra le due Province. I Freiheitlichen vogliono lo scioglimento della Regione, ma noi siamo dell’avviso che un passo in questa direzione vada valutato molto attentamente”. Rodolfo Borga (A-CT) ha sollevato problemi di ammissibilità: “Qualore fosse anche approvata questa mozione, la Giunta dovrebbe cambiare lo Statuto?”. “Esiste un percorso legislativo da seguire e sono gli organi competenti che devono esprimersi in materia”. Anche Marino Simoni (PT) ha sollevato dubbi sulla legittimità della mozione e ha espresso parere negativo “anche alla luce del merito”. “Le differenze sono comunque garantite anche oggi e nel merito riteniamo che l’aggancio ad un unico modo di interpretare gli enti locali appartiene alla visione dell’Autonomia e credo che sia una discussione che va portata avanti in sede di revisione dello Statuto, in modo unitario e costruttivo”. Contraria alla mozione la Giunta. Il Presidente Rossi ha spiegato che “così come scritta è inaccettabile, ma anche se modificata la Giunta sarebbe contraria. Il percorso che Trentino e Sudtirolo hanno avviato per la revisione dello Statuto sta affrontando anche la questione degli Enti locali in una logica di maggiore efficacia, trasparenza per la definizione delle regole; dall’altra ci sono dei disegni di legge costituzionale portati nelle sedi opportune sui quali quest’aula dovrà esprimersi”. Pius Leitner si è detto rammaricato del fatto che “non siamo in grado di convincere alcune forze politiche a rivedere il proprio atteggiamento nei confronti di queste questioni. Vedremo quali saranno le proposte che saranno elaborate da Consulta e Convenzione”. “Noi vogliamo abolire la Regione, ma fino a che esiste vogliamo sfruttare le possibilità che ci offre per portare avanti la discussione. Constatiamo quanta importanza abbia il Consiglio regionale in ogni seduta. Noi ci sforziamo di trasferire le leggi anche per quanto riguarda il personale. Mi chiedo quale senso abbia fare una unica legge che prevede delle differenze. Noi vorremmo togliere questa competenza al Consiglio regionale e darla alle due Province”.
La mozione è stata respinta con 35 no e 10 sì.
Approvata poi la Proposta di delibera n. 46: Rigetto delle richieste di iniziativa popolare per la fusione dei Comuni di Mazzin-Mazin e Soraga-Soraga con i Comuni di Pozza di Fassa-Poza e Vigo di Fassa-Vich, in relazione all’esito non favorevole nei primi due Comuni del referendum consultivo svoltosi il 20 novembre 2016 (articolo 32 della legge regionale 7 novembre 1950, n. 16 e successive modificazioni).
Ritirato il Voto n.6, presentato dalla Consigliera Bottamedi, che lo definito “fortunatamente” superato.
Il consiglio ha quindi discusso la Mozione n. 36, presentata dai Consiglieri regionali Urzì, Giovanazzi e Borga, “per impegnare la Giunta regionale a promuovere azioni atte alla tutela, allo sviluppo e alla promozione della famiglia e dell’identità della persona”. Urzì ha spiegato che la mozione nasce, tra le altre cose, dall’esigenza “di riconoscere il diritto morale della famiglia di essere motore dell’educazione ai figli”. “vogliamo superare quel relativismo che mette in discussione alcuni valori fondamentali della nostra società”. Rodolo Borga (ACT) ha parlato di una profonda condivisione: “Non possiamo non osservare una profonda crisi dell’istituzione familiare, dovuta ad un lento logorio avvenuto in questi anni”. Ha quindi parlato del “diritto di natura”, che vede “nella famiglia l’unione tra un uomo e una donna”. Esistono dei tipi di unione che sono “altra cosa rispetto alla famiglia”: “Un conto sono le unionei affettive di altro genere, rispettabili, altra cosa è la famiglia”. Ha parlato di una situazione di allarme e ha ricordato una proposta formativa portata nelle scuole trentine che parla di “diversità di genere” che “confonde i più piccoli: non si possono chiudere gli occhi per ragioni ideologiche su iniziative di questo tipo”.
Hans Heiss (V) ha detto che è vero che “la famiglia tradizionale costituisce il nucleo della nostra società, ma se vediamo nel tempo il numero delle unioni atipiche, erano già presenti anche due o tre secoli fa”. “Il riconoscimento anche delle unioni omosessuali è un progresso, rispetto a quando dovevano essere nascoste. Credo che il pluralismo sia da sostenere, visto che non esiste solo la famiglia tradizionale. La famiglia tradizionale non viene compromessa anche se esistono altri tipi di famiglia”.
Andreas Pöder (BU-TA) ha detto di sostenere questa mozione: “In parlamento si parla per mesi e mesi delle questioni di gender, mentre non si parla della famiglia tradizionale. “Il fulcro della nostra società è la famiglia. E’ vero che esistono anche famiglie monoparentali, ma ciò che anche in Regione viene fatto è svuotare ideologicamente questa famiglia. Questa distruzione ideologica è in pieno corso, questa erosione ha fatto sì che ne è nato un vero e proprio problema”.
Pius Leitner (F) ha citato un filosofo, secondo il la famiglia ovunque che dove c’è più di una persona. “La politica per la famiglia di oggi è la distruzione della famiglia. Ha detto che la sinistra critica già quando si parla di "famiglia naturale". “Deve essere creato l'ambiente per aumentare la volontà di fare famiglia”.
Sven Knoll (STF) ha quindi parlato della legge della Chiesa, dicendo che impedisce a persone divorziate di risposarsi: “Ammonisco dal definire la famiglia come il luogo della procreazione. Io non sono a favore del fatto che una società debba sempre crescere, perché una società che continua a crescere finisce con l’essere distrutta. Dobbiamo affrontare queste discussioni con una certa cautela, ma è chiaro che una società evoluta deve mettere le famiglie in condizione di avere figli se vogliono. Noi non siamo contrari alla tutela della famiglia, ma alla definizione che la famiglia è solo quella riconosciuta con il matrimonio”. Ha parlato del passato e delle famiglie numerose, sostenendo che fossero anche frutto dell’assenza di metodi contraccettivi. Claudio Civettini (LN) ha criticato l’intervento di Knoll, stigmatizzando la dichiarazione che una società non deve crescere: “Mi sorprende che stiate lavorando per non far crescere la società sudtirolese”. “Il pensare che comunque la famiglia non sia un momento di unione, di sistema e non pensare che la natura non dia di per sè delle leggi ben precise anche nel mondo animale, al quale noi apparteniamo e ci differenziamo per l’uso della ragione”. “Per chi ha dei punti di riferimento, mi interessa che siano tutelati. Quello che propone il collega Urzì è la tutela di un sistema che si autoriproduce e qualora le cellule fossero come quelle che ha prospettato il collega poco fa, il nostro corpo finirebbe con il morire”.
A favore il consigliere Maurizio Fugatti che ha parlato di una mozione “che non mi pare nemmeno da “tifoserie”. Claudio Cia (LN-FI) ha detto che “ogni realtà ha una sua caratteristica e ogni caratteristica va identificato con un termine”. Ha ricordato un artista di Trento che aveva coniato una vignetta, in occasione della festa della famiglia, in cui veniva evidenziata la famiglia tradizionale e questo aveva sollevato polemiche. “Le cellule - ha detto - per natura sono soggette a riprodursi e garantire continuità”. Anche il Consigliere Walter Kaswalder (PATT) ha parlato a favore della mozione, ricordando i principi fondanti del suo partito che parla di “leggi naturali”. L’assessora Violetta Plotegher ha parlato di una mozione che ha una attenzione all’ambiente familiare “un ambiente in cui ciascuno è nato e che si augura di poter vedere nelle generazioni future sempre possibile, di poter trovare le funzioni di cura, di educazione, di condivisione anche delle necessità economiche. C’è una evoluzione storica e culturale a cui non possiamo guardare senza una certa preoccupazione. Era più facile, all’inizio del secolo scorso, rimanere orfani che vedere una separazione dei propri genitori. Nel tempo abbiamo davvero investito in una educazione alle politiche familiari? La famiglia ha diverse modalità di espressione e oggi non sempre è quella in cui è nata una situazione. Può darsi che oggi in una famiglia a un certo punto subentri una zia. Io credo che esista una sola chiara legge di natura: mater certa est”. Occorre riconoscere un valore sociale grande, che ancora non è riconosciuto, che è la maternità. Come Giunta dobbiamo impegnarci a valorizzare le nascite, a sostenere la cura anche degli anziani. Bene ha fatto la Giunta a sostenere le competenze provinciali in materia, a sostenere le persone che assistono i familiari non autosufficienti”. “Cerchiamo di non mettere in contrapposizione i diritti individuali e quelli della famiglia. E’ probabile che dobbiamo concentrarci su quello che vogliamo promuovere, ovvero le funzioni di cura, di assistenza, di condivisione economica”. “Come amministrazione proseguiamo nel sostegno, anche dove non esiste questo atto - importantissimo . del matrimonio. Il sostegno alle persone viene prima del sostegno alle istituzioni”. Ha quindi annunciato il parere contrario della Giunta.
Alessandro Urzì ha replicato all’assessora, ringraziandola per l’intervento, ma sottolineando di non essere d’accordo: “Chiediamo che la Regione riaffermi un valore di civiltà assoluto che il relativismo di questa epoca sta mettendo in discussione”. Ha quindi chiesto un pronunciamento del Consiglio regionale, anche a seguito della sentenza della Corte di Strasburgo che ha dichiarato che non si può riconoscere un figlio se non esiste legame biologico.
La mozione è stata respinta con 19 voti a favore, 30 contrari e 4 astenuti.
La seduta è stata quindi chiusa.