Comunicati stampa
In aula il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche di Arno Kompatscher
I lavori del Consiglio regionale sono ripresi stamani con gli interventi dei Consiglieri in risposta alle dichiarazioni programmatiche del Presidente Arno Kompatscher.
Pius Leitner (Freiheitlichen) ha parlato delle “sfide” annunciate dal candidato Presidente: “Per quello che riguarda la garanzia della nostra Autonomia, il patto è sicuramente qualcosa, ma per quanto riguarda l’ampliamento delle nostre prerogative, siamo lontani”. “Per quanto riguarda la Riforma Costituzionale abbiamo trattato troppo poco l’argomento. Non capisco perchè i rappresentanti della Regione a Roma abbiano appoggiato questa riforma”. “In Consiglio provinciale abbiamo adottato una delibera in cui ci esprimevamo contro il centralismo, ma non abbiamo trovato una maggioranza e non si capisce perchè l’SVP si esprima a favore del centralismo”. Leitner è anche intervenuto anche sulla questione dei profughi: “Si tratta di persone e abbiamo l’obbligo di intervenire diversamente. Il Mar Mediterraneo è un cimitero e lo sanno tutti e la responsabilità è dell’Unione Europea. Se si aspetta che persone arrivino e di trattarle come previsto dalla disciplina Merker del 2015 non funziona. L’Alto Adige qui non farà la proposta di soluzione definitiva, ma noi abbiamo l’obbligo di perceprire quello che la gente sente, ovvero che l’Europa si compone di 27 - 28 stati e poi le decisioni vengono prese da 500 persone. Non metto in dubbio che ci sia la buona volontà, ma molti di questi non rappresentano il bene dell’Europa”. E’ quindi intervenuto sulla questione dell’agricoltura, del latte: “Se l’Unione europea non è in grado di affrontare i problemi attuali non avrà un futuro e le Euregio sono sicuramente una via che ha più possibilità che non il piano delle nazionalità”. In merito alla visita della ministra Boschi, ha detto che “si è meravigliato di leggere che il giorno dopo la sua partenza, su un quotidiano è stato evidenziato come non sapesse nemmeno come si chiama il nostro territorio”. Riguardo al ruolo della Regione ha detto che: “una collaborazione con il Trentino dove necessario, va bene, ma non serve un Consiglio regionale”.
Hans Zimmerhofer (STF) ha tracciato un bilancio di metà legislatura, paragonando la situazione tra il Governo romano e la Giunta regionale: “Due squadre in campo, dove il Governo ha dettato le regole, cercando di lasciare poco spazio agli avversari. L’arbitro, la Corte Costituzionale fa il gioco del Governo e quindi quando una parte fa fallo, l’arbitro tende a non vedere. Quando la Provincia fa delle proposte, davanti non c’è nessuno e quindi tutta la squadra, la Provincia, è costretta in difesa. Di fronte ad una partita così poco interessanti, gli spettatori non vanno nemmeno allo stadio e di conseguenza i fondi diminuiscono”. Ha quindi invitato il Presidente ad ascoltare le voci delle opposizioni.
Maurizio Fugatti (LN-FI) ha criticato il passaggio sul Patto di Garanzia, parlando delle deroghe che lo stesso prevede in caso di crisi economiche particolari. Ha quindi ricordato il referendum sulla “devolution” del 2006, quando l’SVP si oppose alla proposta normativa: “Era scritto molto chiaramente allora cosa prevedeva l’intesa. Oggi il riferimento all’intesa contenuto nel progetto di Riforma costituzionale, è molto labile”. “Cosa sono le intese di cui si parla? Nemmeno lei, Presidente, sa probabilmente cosa sono queste intese”. “Mi è difficile capire perchè nel 2006 il centro sinistra si oppose ad una riforma dove lo Statuto era blindato e oggi avvalla una riforma dove manca una blindatura certa, che rischia di indebolire le prerogative della nostra autonomia”. Ha quindi parlato delle ragioni dell’Autonomia: “Non è solo per questioni di minoranza linguistica, nè di confini: servono altre motivazioni per chiedere e pretendere l’autonomia”. Ha quindi fatto un confronto con i dati forniti da BankItalia tra Trento e Bolzano, rilevando come la prima sia in flessione e la seconda in crescita.
Manuela Bottamedi (LN-FI) ha criticato la mancanza di riferimenti al ruolo della Regione nel fuuro nell’intervento di Arno Kompatscher. In merito alla Riforma costituzionale, si è detta preoccupata “dallo strapotere che Renzi avrebbe se la riforma passasse”. “Come Trentini - ha detto poi in risposta a chi parlava di sciogliere la Regione - dobbiamo dimostrare che hanno a cuore l’Autonomia, che hanno a cuore la propria identità, le proprie radici, che è comunque tirolese”. “Sono preoccupata - ha detto - dal disinteresse della popolazione sulal riforma dello Statuto, sugli strumenti, Convenzione e Consulta. Una distrazione dettata da una politica che negli ultimi venti anni propone le stesse proposte, le stesse forume, che ci porta ad una mancanza di consapevolezza di quanto la nostra Autonomia sia in pericolo”. Ha voluto anche entrare nel merito della Riforma dello Statuto, parlando di un “doppio binario che rischia di indebolire l’Autonomia”. “E’ una doppia velocità, anche sotto il profilo economico”. Per la consigliera Bottamedi i Trentini “devono recuperare il gap, o l’autonomia, la nostra Regione sono sempre più in pericolo”.
Marino Simoni (PT) ha parlato dell’identità trentina: “Siamo un popolo che si sente prima di tutto compartecipe di quella storia del Tirolo storico della quale noi vogliamo essere nuovi interpreti. Questo è il presupposto per sederci dentro ai tavoli, dentro l’Europa, dentro l’Euregio”. “Non è una questione di addetti ai lavori, ma una questione di popolo. Se così non fosse, l’abbiamo già persa quella scommessa. E l’abbiamo persa nei confronti di uno Stato sempre più centralista”. “Si diche che l’autonomia non è un semplice insieme di norme, ma rivendicare l’orgoglio di gestire le risorse, l’autonomia è volontariato. Ma l’Autonomia è soprattutto gli enti locali, che sono i depositari dell’Autonomia e mi spiace che qui non se ne sia fatto cenno”. Nei rapporti tra Trentino e Alto Adige ha detto: “Guai se voi cittadini di lingua tedesca vi metterete sulle barricate: ci rimetteremo noi trentini, ma ci rimetterete anche voi”. Il Consigliere Simoni ha quindi auspicato il dialogo tra le due popolazioni e ha parlato dell’impegno di essere rappresentativi per la popolazione.
Alessandro Urzì ha parlato del Ruolo della Regione: “Domani cosa faremo? Non riusciamo ad individuare questo percorso. Abbiamo una coltre di nebbia davanti e non possiamo muoverci oltre una certa velocità”. “La popolazione chiede soluzioni alle piccole e grandi questioni, poi guarda la Regione e si chiede cosa sia”. “Nell’assenza di obiettivi, di prospettive, non si può sostenere il ruolo della Regione”. “Sono preoccupato dall’assenza di prospettive, ma anche dall’assenza di valori”. “Non c’è nulla da commentare sul progetto politico. Qual è il programma? Che cosa farà la Regione nei prossimi due anni e mezzo? Non c’è nulla da fare in questa Regione se non indicare prospettive e si rinuncia anche a questo”. “Invito i colleghi trentini - ha detto infine - ad aprire gli occhi e a vedere che il mondo altoatesino che avete in mente, sorridente e felice, non è così”. Ha quindi
Gianpiero Passamani (UPT) ha detto di condividere la condivisione del futuro: “Il Presidente Kompatscher ha presentato una relazione frutto di una sintesi, con idee molto chiare, su dove deve andare la nostra Regione”. “La nostra Autonomia è particolare, è preziosa, perchè così è il nostro modo di vivere. Basti pensare al mondo del volontariato, delle nostre valli”. “Noi abbiamo una storia da difendere, che ha prodotto una collaborazione proficua. La cooperazione che c’è stata tra i due territori e c’è ha portato a risultati eccezionali”. “Anche le Regioni limitrofe dovrebbero venire a vedere cosa significa essere autonomi”. Ha quindi ringraziato il candidato Presidente per gli stimoli positivi per lavorare.
Intervento anche di Walter Kaswalder (Patt), che non ha risparmiato critiche. In merito alla relazione di Kompatscher ha chiesto, parlando dei confini: “se lei abitasse in Austria, quale sarebbe la sua preoccupazione? Se io fossi uno Stato, andrei direttamente a Tripoli con delle navi, chiederei 1000-1500 euro e così avrei anche delle risorse. Ora invece si va con l’esercito a prenderli e c’è un costo enorme”. Ha quindi parlato della gestione “mafiosa dei centri di accoglienza”. “Mi sono chiesto - ha aggiunto parlando della questione del Brennero - perchè nessuno di quelli che sono andati al Brennero a protestare ha fatto un metro in più oltre il confine. Perchè in Austria non scherzano. A Trento è un disastro” - ha detto. “Quando è arrivata la proposta del pacchetto famiglia, mentre in Alto Adige è rimasto a cinque anni, a Trento si proponeva due anni. Non si può regalare tutto”. Ha quindi criticato la politica portata avanti dall’assessora Violetta Plotegher come assessora regionale. “Come autonomisti dobbiamo fare qualche mea culpa: come partito autonomista dobbiamo tagliare il cordone ombelicale con Roma devastante per il Trentino”. Ha quindi criticato il Partito Democratico, invitandolo a ragionare in ottica locale e non con Roma. Nel suo lungo intervento ha posto l’accento sui problemi presenti in Trentino, criticando le scelte politiche in materia di accoglienza e welfare. “Nel momento in cui non ci sono risorse, nel momento in cui mancano i fondi, occorre vedere le priorità”. Ha sottolineato i problemi del mondo cooperativo e dell'economia. Ha comunque garantito il voto al candidato “poichè faccio parte della maggioranza”.
Per Giacomo Bezzi la Riforma costituzionale sarà un grave danno per l’Autonomia: “Tra dieci o quindici anni vedremo quali saranno gli esiti della Riforma. Trovate un’idea di Regione che possa reggere”. “Questa sua Presidenza - ha detto rivolgendosi a Rossi - passerà alla storia come quella che ha usato la Regione come Bancomat e che ha cantato O bella Ciao al Brennero”. “Io credo che se passa la Riforma Costituzionale, non sarà una bella gatta da pelare solo per i Trentini ma anche per il sudtirolo”.
La seduta è stata quindi sospesa e riprenderà alle ore 14.30.