Comunicati stampa
Approvata la delibera n.5: il Consiglio si esprime a favore del disegno di legge sul principio dell' intesa
Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con la Proposta di delibera n. 5, per l’espressione del parere previsto dall’articolo 103 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, sul disegno di legge costituzionale n. 363 “Modifiche agli statuti delle regioni ad autonomia speciale concernenti la procedura per la modificazione degli statuti medesimi” - d iiniziativa parlamentare su proposta dei senatori Palermo, Zeller, Berger, Laniece, Fravezzi, Panizza e Nencini;.
“Lo Statuto d’Autonomia - ha spiegato il vicepresidente Arno Kompatscher - deve funzionare in modo tale da non poter essere modificato dallo Stato. L’Articolo 103 prevede la presa di posizione in merito a proposte di modifica, ma non garantisce che poi in parlamento vengano modificati i disegni di legge secondo la nostra posizione. Per questo, per tutelare lo Statuto d’Autonomia, che rappresenta la nostra Costituzione, viene introdotto il principio di intesa. E’ vero che i tempi cambiano e che potrebbe essere necessario intervenire sullo Statuto, ma allora occorre uno strumento certo. La riforma del 2001 prevedeva che lo Statuto d’Autonomia sarebbe stato adeguato e che fino ad allora sarebbero state applicate le norme più favorevoli. In assenza di una garanzia che le modifiche proposte da noi non sarebbero poi state modificate in parlamento, non è stato possibile intervenire. Occorre garantire questa certezza che quanto da noi proposto non venga modificato in parlamento”. “E’ fondamentale che sia introdotto il principio dell’Intesa, per evitare che lo Stato in futuro possa modificare le nostre proposte”. “L’Articolo 103 prevede che le modifiche allo Statuto avvengano secondo le norme previste per le leggi Costituzionali”. “Noi vogliamo introdurre la nostra proposta che non si possa modificare in alcun modo lo Statuto senza l’intesa con il Trentino-Alto Adige”. “Il procedere - ha concluso Kompatscher - è fondamentale”. “Dobbiamo tutelare la nostra cultura, la nostra lingua, ma anche lo sviluppo economico della nostra gente. Per questo ritengo che noi dovremmo approvare a larga maggioranza questa proposta, indipendentemente dai contenuti e dalle singole domande che poi dovremo esaminare. Questa norma è fondamentale per poter introdurre questa garanzia e invito tutti i consiglieri ad approvare questa delibera”.
Alessandro Urzì (Misto) ha posto l’accento sulla questione linguistica usata dal Vicepresidente Kompatscher, facendo riferimento alla denominazione dell’Euroregione. Ha quindi annunciato voto contrario a tutte le proposte di delibera all’ordine del giorno. Si è quindi espresso contrario al principio del veto.
“Se avete bisogno di questa garanzia, significa che l'autonomia non è al sicuro come la maggioranza ha sempre detto” - ha affermato Andreas Pöder (Gruppo Misto). Ha anche ricordato che lo Stato ha sempre disatteso gli accordi economici con le Province. Ha parlato anche di un altro disegno di legge costituzionale, che chiede obiettivi di parità della rappresentanza ladina in alcuni uffici, sulla quale la maggioranza non ha mai fatto nulla.”
“La maggioranza ha voluto realizzare qualcosa accorgersi dei rischi”, ha detto Eva Klotz (STF). “I fatti dimostrano che non è possibile fidarsi dell’Italia. La legge riforma Costituzionale del 2001 non può essere considerato come un miglioramento, se riconosciamo oggi che l'autonomia è stata messa in pericolo”. L’Austria potrebbe sollevare una opposizione contro il deterioramento. "La Costituzione è una legge di sicurezza nazionale e quindi un ulteriore legame con Roma. Da un paese come l'Italia non c’è niente da aspettarsi”.
Per Paul Köllensperger (Movimento 5 Stelle) il diritto di veto è politicamente utile per l’Autonomia. Il suo movimento - ha detto - è contro il centralismo che ha avuto “un ritorno di fiamma sotto Renzi”. Ha ricordato che il controllo finanziario non ha rango costituzionale.
Giuseppe Detomas (UAL) ha chiesto realismo. “Questa autonomia - ha detto - ha anche portato prosperità oltre alla tutela delle minoranze. Lo Statuto di autonomia è stato un patto, e un veto potrebbe impedire il patto sia cambiato unilateralmente. “Con una tale norma alle spalle sarà più sicuro apportare modifiche allo Statuto”.
“La maggioranza è confinata in una posizione difensiva” - ha criticato Pius Leitner (F) - Dubito che la maggioranza creda davvero nell’Autonomia”. Si trovano in una battaglia di retroguardia, ha detto in riferimento ai recenti negoziati.
Rodolfo Borga (Amministrare e Civica Trentina) ha ricordato che “questo meccanismo di protezione era già stata proposto con il governo Berlusconi - ma la maggioranza di centro sinistra nella Regione l’aveva respinta. Attualmente in Italia è venuta meno la fiducia verso gli enti locali e le Autonomie speciali, e la nostra Regione soffre gli scandali degli altri. Borga ha definito l'accordo finanziario come un insuccesso
Claudio Civettini (Lega Nord) ha parlato di un “rigurgito di centralismo. E’ uno Stato, sotto tutti i punti di vista, ladro. Siamo passati dal patto di Milano, al patto di Roma”. “Stiamo trattando con colui e coloro che avevano rassicurato il Governo Letta e poi hanno preso il suo posto, con quelli che avevano detto basta condoni e invece lo stanno per fare”. ”Nel momento in cui c’è un attacco concentrico a tutto ciò che è Autonomia, la debolezza che noi dimostriamo di avere nel meccanismo del dare/avere, ci penalizza. Credo che noi si debba trovare anima e corpo in altre situazioni, non solo nella alchimie politiche che reggono questa maggioranza. Avremmo voluto che la Giunta regionale portasse in quest’aula un argomento forte da portare poi nelle sedi opportune, ma così non è stato”. “Voteremo a favore - ha concluso - ma saremo sempre pronti a denunciare chi si riempie la bocca, ma non si adopera per difendere davvero l’autonomia”.
Marino Simoni (PT) ha dichiarato voto favorevole: “Siamo favorevoli al concetto di intesa che rafforza la nostra Autonomia”. “Non è forse il motivo di mettere mano allo Statuto con uno Stato sempre più centralista, con il pericolo di indebolirci di fronte ad un proseguo della legge”. “Pur comprendendo dai discorsi che sono emersi, la contrarietà a questo disegno di legge, credo che questa non vada a vantaggio dell’Autonomia”. “Dobbiamo agire per il futuro della nostra terra”.
Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ha parlato di “un dibattito del Consiglio di sicurezza della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol”. “E’ stato interessante vedere la diversa posizione dei Trentini anche sul Patto di Roma: è una documentazione ostica, con variabili aperte e rischi. Ci sono incognite, ma ho l’impressione che abbiamo un riconoscimento che ci fa onore e ci da una interlocuzione speciale con Stato e Governo, che siamo conquistati in tutta la nostra storia e che è un bene prezioso .C’è un conflitto fortissimo tra le Regioni italiane ed il Governo. Sicuramente abbiamo una posizione privilegiata e di reciproca lealtà. Con questo patto e con quello di Milano, abbiamo accettato un dovere di solidarietà con il resto dello Stato italiano”. Ha quindi ricordato l’ex Presidente Durnwalder, che “ammise che il debito italiano non è questione che riguardi solo le regioni da Salorno in giù”. “Per chi ha un futuro autonomista, va detto anche che è interesse della nostra Autonomia che lo Stato non caschi”. “Credo - ha concluso - che introdurre una norma che garantisce che noi siamo allo stesso livello degli occhi dello Stato: come noi non possiamo modificare lo Statuto senza il consenso del Parlamento, lo Stato non deve poter modificare il nostro Statuto senza l’intesa con noi”. “Se avviamo un processo di riforma dello Statuto, non abbiamo alcuna garanzia che in Parlamento non si apra una porta che noi non vogliamo. Abbiamo sempre detto che se fino al 1992 l’Autonomia era stata sviluppata in un rapporto verticale tra le due Province e lo Stato, la nuova Autonomia deve essere un patto orizzontale tra cittadini e cittadini e le istituzioni”.
D’accordo con Dello Sbarba, Alessio Manica (PD) che ha detto che “Nessuno è entusiasta dell’accordo con Roma, però credo che dobbiamo essere coscienti del contesto in cui stiamo”. “Sarebbe bello riflettere sul superamento delle dimensioni nazionali e sulla valorizzazione delle dimensioni regionali rispetto all’Europa. E’ l’unica dimensione che ci permetterà di confrontarci con i mutamenti”. In merito all’intesa, ha parlato di uno strumento per la difesa dell’Autonomia. l
Dieter Steger (SVP) ha sottolineato l'importanza del progetto di legge costituzionale sulla sull'autonomia speciale. Il centralismo - ha detto - non può portare nulla di buono. Le migliori economie sono organizzate dal governo federale. L'accordo rafforzerà il principio di autonomia.
Gianpiero Passamani (UPT) ha annunciato il suo sostegno. "Si tratta semplicemente di una protezione ulteriore che garantisce la sicurezza autonomia".
Avrei votato per questo accordo, ha detto Eva Klotz (STF), se questo fosse andato in difesa dell’Autonomia. Ma qui si andrà solo al successivo compromesso.
Walter Kaswalder (PATT) ha detto che l’accordo di Roma "è il massimo che si poteva ottenere in questo momento. “Il punto è se ci si possa fidare o meno di questo Stato”. “Noi crediamo nell’Europa dei popoli. Oggi l’Europa si è trasformata nell’Europa dei potentati, degli interessi nazionali”. “Credo che questa intesa sia positiva”.
Maurizio Fugatti (Lega Nord) ha ricordato che il principio dell’intesa era contenuto nella legge sulla “devolution” contro cui votò il centro sinistra. Ha poi detto che il professor Toniatti ha detto che “l’accordo di Roma non sarà rispettato come non è stato rispettato l’Accordo di Milano”. Ha poi detto che “se una Regione come la Sicilia dovesse vincere un ricorso contro lo Stato noi non potremo rivalerci su di esso”. Si è poi detto d’accordo con il consigliere Borga sul fatto che è meglio rinunciare alle competenze se poi non si possono mantenere. Ha ricordato che negli ultimi due anni, tra Trento e Bolzano, sono stati tagliati 3 miliardi. “Dobbiamo guardare ad una Europa dove c’è una sempre maggiore richiesta di autonomia”. “Noi ci stiamo omologando alle Regioni a Statuto ordinario. Dobbiamo chiedere maggiore autonomia, anche tirando la corda con Roma”.
Il voto ha visto la proposta di delibera approvata con 39 voti favorevoli, 1 contrario e 5 astenuti.