Comunicati stampa
Chiusi i lavori del Consiglio regionale
Mozione n.3
Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con la trattazione del quinto punto all’ordine del giorno, la Mozione n. 3, presentata dai Consiglieri regionali Leitner, Mair, Tinkhauser, Stocker Sigmar, Blaas e Oberhofer, per impegnare la Giunta regionale a sollecitare un coordinamento con l'Autostrada del Brennero nel caso di chiusura delle strade dovuta a fenomeni naturali o di cantieri nella Valle Isarco, al fine di evitare inutili code. Il consigliere Pius Leitner (Freiheitlichen) ha spiegato lo spirito della mozione, che nasce dalla volontà di ridurre gli inconvenienti per i cittadini e per le imprese, soprattutto della Valle d´Isarco, causati da cantieri o eventi eccezionali, come una frana, che rallentino la circolazione sulle strade normali o sulla stessa autostrada del Brennero. A favore della mozione, pur “non contento dell´autostrada”, anche il Consigliere Hans Heiss (Verdi). Appoggio al provvedimento anche da parte dei consiglieri dell´SVP Magdalena Amhof e Dieter Steger, che hanno sottolineato il lavoro svolto dalla Giunta provinciale sudtirolese. A favore anche il consigliere Paul Köllesperger (Movimento 5 Stelle) che ha parlato anche della necessitá di eliminare il pagamento del pedaggio in caso di disagi. Silvano Grisenti (Progetto Trentino) ha detto che la competenza in merito dovrebbe essere provinciale, ma ha espresso parere favorevole. Eva Klotz (Süd-Tiroler Freiheit) ha quindi chiesto all´assessore provinciale bolzanino Christian Tommasini, competente in materia in Provincia di Bolzano, se non fosse interesse della Giunta intervenire in merito. Florian Mussner (SVP) ha spiegato che per quanto riguarda la mobilitá “molto é stato fatto in Alto Adige. Il 14 Gennaio 2014 - ha ricordato - vi é stato un evento eccezionale. Prima uno smottamento e poi un cantiere programmato da tempo in autostrada. E poi di nuovo una frana vicino ad un pilastro dell´Austrada”. Ha quindi ricordato che il flusso del traffico é sempre stato garantito. Ha anche parlato in merito ai pedaggi, ha auspicato che possa essere intrapreso “un percorso condiviso con Autobrennero”. “Siamo sulla via giusta. Il metodo di intervenire come Provincia insieme ad A22 potrebbe avvenire in altre parti della Regione dove necessario. Anche Christian Tommasini (Partito Democratico) ha ricordato come sia stato un inverno eccezionale. “Il collegamento con l´autostrada é stato costante”. La Vicepresidente della Giunta regionale, Violetta Plotegher, ha risposto, elencando i lavori svolti, che “A22 si adopera per risolvere nel piú breve tempo possibile i disagi” ed ha ricordato l´eccezionalitá degli eventi di questo inverno. In merito al Coordinamento richiesto dalla mozione, ha spiegato che: “questo coordinamento esiste ed é attivo e ci sono stati anche recentemente incontri tra A22 e funzionari delegati dall´Assessore Mussner”. “Tutto puó essere migliorato e va valutato se é necessario l´intervento della Regione”. “Non é sempre possibile, ha concluso, evitare i disagi quando eventi calamitosi avvengono contemporaneamente”. Pius Leiter ha quindi replicato che poiché anche la Regione é azionaria di A22, tutti devono essere mobilitati. “Non voglio creare discussioni sulla competenza, ma credo sia importante che siano sollecitati tutti gli organi”.
In dichiarazione di voto, Silvano Grisenti (PT) ha detto che problemi come quello della Val d´Isarco “si risolvono sedendosi ad un tavolo”. Rivolgendosi a Leitner ha detto che “mi fa piacere che il Consiglio regionale affronti questi temi, ma non vorrei che su temi analoghi, in futuro, si alzi la bandiera della mancanza di competenza del Consiglio stesso”. Eva Klotz (STF) ha parlato della necessitá di trattare la questione in Consiglio provinciale, “cosí come la questione delle indennitá”. “Voteró a favore di questa mozione se sará votata in Consiglio provinciale”. Rodolfo Borga (Amministrare e Civica Trentina) ha annunciato “il sostegno ai colleghi sudtirolesi”.
La mozione é stata approvata con 3 voti contrari e tutti gli altri favorevoli.
Mozione n.4
Il tema della riforma dello Statuto é stato affrontato con la Mozione n. 4, presentata dai Consiglieri regionali Borga, Degasperi, Bezzi, Fugatti, Civettini, Grisenti, Simoni, Giovanazzi, Viola, Zanon e Mosna, “affinché la Giunta regionale si presenti subito in Aula con una propria proposta di riforma dello Statuto sulla quale il Consiglio regionale sia chiamato ad esprimersi attraverso il voto, ritenendo inammissibile che gli stessi Consiglieri debbano apprendere gli sviluppi della situazione dalle dichiarazioni rese alla stampa dai Presidenti delle due Province o da qualche consulente”. “Credo che vi sia un dovere politico da parte della Giunta di venire in quest´aula a rendere conto di cosa stia facendo in merito”, ha spiegato il proponente Rodolfo Borga. “La nostra proposta é che la Giunta venga in quest´aula e chieda il sostegno all´iniziativa”. “A me non pare normale che, a prescindere da opinioni diverse sul Ruolo della Regione, la Giunta Regionale non venga in aula a chiedere il sostegno in un momento difficile come questo. Quello che é certo che tutti i Governi che si sono succeduti hanno pensato di prendere risorse dagli enti locali e c´é avversione nei confronti delle Regioni”. Eva Klotz (STF) ha ricordato l´orientamento del proprio partito, contrario alla disciplina all´interno dello Stato italiano: “Circa due settimane fa abbiamo assistito al dibattito sulle dichiarazioni programmatiche e allora aveva detto che solo se la Regione riconoscerá il nostro diritto all´autodeterminazione, se anche i Trentini lo vorranno, avrá il mio appoggio”. “Noi non vogliamo questo Stato”. “L´orientamento filoitalico di questa mozione contrasta con i nostri ideali politici. A noi non interessa il futuro della Regione, ma il futuro della nostra terra”. “Abbiamo aspettato anni - ha detto Alessandro Urzì (Misto) - “ per sapere quale sia il progetto di valorizzazione della Regione”. “Rivendico il diritto di questo Consiglio di sapere quale sia il futuro di questa Regione. Aspiriamo ad un ruolo di peso di quest’aula. Dobbiamo riassumerci la responsabilità in questo Consiglio”. “Prendiamo in mano il nostro destino. Non limitiamoci ad avvallare quello che ci proporranno nei prossimi mesi”. “Crediamo ancora nella Regione Trentino-Alto Adige? - ha concluso - Io ci credo”. Anche Filippo Degasperi (M5S) ha sottoscritto la Mozione ed ha sollecitato la Giunta a presentarsi in aula sul tema della riforma dello Statuto. Ha quindi parlato di trasparenza ed chiesto al Presidente Moltrer di dare risposta alle interrogazioni sottoposto al gruppo dal Consiglio. “Otto anni fa questa stessa maggioranza” - ha detto Walter Viola (PT) “ha parlato della necessità di riformare lo Statuto. Sono passati otto anni e ancora non abbiamo visto nulla. Ogni volta che in quest’aula chiediamo di discutere del nostro futuro, ci viene detto di no. Però non c’è una idea sulla quale andare avanti”. “Stiamo parlando del benessere di tutti: è giusto stare alla piazza per quanto riguarda la questione dei vitalizi, ma è giusto anche intervenire con eguale sollecitudine su un tema che interessa una platea ancora più ampia che è il futuro della Regione”. “Se ogni due sedute ci si pone il problema del senso della Regione” - ha detto Pius Leitner (F) - “Allora la risposta è chiara”. “Se si discute il futuro dell’autonomia, allora non possiamo stare alla finestra. Noi siamo contro questa Regione, ma siamo a favore della collaborazione tra le due province.” Riferendosi ai referendum per l’autodeterminazione che avvengono in altri Paesi ha detto che: “L’Europa purtroppo è lontana dal cuore delle Regioni: la volontà della popolazione ne viene tenuto troppo poco conto”. “Dobbiamo trovare un sostegno da parte della popolazione per un progetto per il futuro dei sudtirolesi, che sarà diverso da quello dei trentini”.
L’Assessore Regionale Giuseppe Detomas ha parlato della “volontà di arrivare ad un progetto condiviso tra le due Province” ed ha siegato che i tempi richiesti nella mozione non sono compatibili con il percorso intrapreso: “La natura di Carta di riferimento della nostra Comunità presuppone anche che nell’elaborazione della proposta vi sia un coinvolgimento ed una partecipazione il più possibile allargata. Il risultato a cui deve portare questa fase costituente, deve essere tale per cui ogni cittadino di questa Regione vi si possa riconoscere e ritrovando i principi e i valori di riferimento della nostra comunità. Non può essere solo un arido elenco di competenze e di norme finanziarie a queste connesse. L’idea della Giunta -ha spiegato - è quella di una prospettiva che confermi l’unicità dello Statuto regionale all’interno del quale le due Province concertano, e qui rubo le parole usate dal Presidente Rossi, azioni comuni per istanze comuni”. “Ad oggi - ha concluso - la discussione sulla riforma dello Statuto ha coinvolto più un piano teorico, che quello della vera e propria proposta. Ha impegnato più gli studiosi che i politici”. “Questa giunta, insieme ai governi delle due province, in questa fase è impegnata in un difficile compito di negozziazione con lo Stato per l’attribuzione di nuove responsabilità e competenze. Nello stesso tempo sta difendenfo uno dei principi che sta alla base dell’ Autonomia e dellautogoverno, che è la certezza delle fonti finanziarie con cui alimentare il proprio bilancio. L’esito di questo confronto sarò la base concreta da cui potrà partire una proposta di questa giunta”.
Maurizio Fugatti (Lega Nord) ha ricordato come la riforma proposta dal Governo di centrodestra del 2006 che “prevedeva l’intesa con le Regioni autonome fosse stata bocciata in un referendum per la propaganda dei partiti della maggioranza”. Ha quindi ripercorso il passaggio dell’Accordo di Milano e le continue impugnative che vengono portate avanti. Ha invitato alla massima cautela: “Noi crediamo che se vogliamo rafforzare l’Autonomia occorre ragionare di Regione”.
Di metodo ha parlato nella replica Rodolfo Borga: “In questo processo deve essere coinvolta la classe dirigente della nostra Regione, che non è solo il Consiglio”. “Non ho mai detto di essere a favore di un terzo Statuto, anzi. Ma credo che il Consiglio debba essere coinvolto. Di queste cose dovremmo parlarne qua. Il problema non è di considerare quello che secondo noi dovrebbe essere il futuro di questa terra, ma il metodo”.
Per Sven Knoll (STF) sono le Giunte e i Consigli provinciali di Trento e Bolzano ad avere la responsabilità: “La questione dell’Alto Adige è diversa da quella del Trentino. In Alto Adige dobbiamo considerare la lingua, mentre in Trentino. Anche in Trentino dovrà essere posta la questione se l’Autonomia risponde solo a interessi economici o no. Per l’Alto Adige la questione è che noi non siamo italiani,mentre peril Trentino non è lo stesso. Non possiamo esse d’accordo con questa proposta”. Parlando di quanto avviene in Ucraina, ha detto che “anche in Kosovo c’è stata una dichiarazione unilaterale. In Ucraina l’atteggiamento dell’Europa è diverso”.
Per Giacomo Bezzi (TAeFI) la “Regione è una cornice, ma manca il quadro”. “Io credo che la maggioranza che qui si è formata abbia il dovere, e noi Consiglieri il diritto, di discutere del futuro della nostra Autonomia. Ma per dipingere questo quadro occorrono i colori ed il pennello, e qui non abbiamo nemmeno quelli”. Claudio Civettini (Lega Nord) ha criticato le maggioranze che si sono succedute: “In queste maggioranze si vuol far tutto, ma senza fare nulla”. “La nostra autonomia è legata ad un triplice filo” ha detto ricordando la presenza dei Ladini in Trentino. Ha quindi rivolto il suo intervento alla Consigliera Klotz: “Da anni sento parlare di queste problematiche da parte dei Consiglieri sudtirolesi, ma non ho mai visto un loro intervento concreto. Se volete un referendum - ha detto - fatelo. Noi trentini ci adegueremo di conseguenza”.
La mozione n.4 è stata respinta con 36 voti contrari e 12 a favore.
Mozione n.6
Ritirata la mozione n.5 da parte del proponente, l’aula ha affrontato l’ultimo punto del giorno, la Mozione n. 6, presentata dai Consiglieri regionali Leitner, Mair, Tinkhauser, Stocker Sigmar, Blaas e Oberhofer, “per incaricare la Giunta regionale ad effettuare, entro sei mesi, uno studio che permetta di conoscere il motivo per il quale Moena è stata inserita nel Comprensorio ladino di Fassa e di sapere perché e da chi sono state falsificate le cartine storiche, nonché per sollecitare la Giunta regionale ad intraprendere misure atte a rispettare la volontà della popolazione della Val di Fassa di vedersi riconosciuto un proprio Comprensorio senza Moena”.
Pius Leitner (F), dopo aver illustrato la mozione, ha spiegato il suo interesse per una questione trentina perchè di ambito regionale: “Ci chiediamo perchè sia stata fatta una deliberazione senza coinvolgimentodella popolazione”. “Parlando della situazione generale, anche della Val di Fassa, ma non solo quella - ha detto Claudio Civettini (LN) - in un momento come questo andare ad occuparsi di questioni come queste non ha senso”. “Il problema in Val di Fassa non è questo, ma avere i fondi per gli investimenti. Ci sono alberghi che stanno chiudendo. Il problema non è la divisione tra questo e quello”. “In questo momento non possiamo perderci in queste bischerate”. “Quando ci saranno gli anni grassi affronteremo il tema, ma in questo momento tutti gli sforzi vanno concentrati per trovare soluzioni ai problemi reali delle persone”:Eva Klotz (STF) ha voluto porre alcune questioni all’assesore, in particolare per sapere se esite una documentazione in merito al cambiamento dei confini avvenuto nel 1978.Ha detto di essere d’accordo con la prima parte del provvedimento, inerente lo studio, ma non sulla seconda. Ha chiesto quindi informazioni da parte di una persona che conosca bene la situazione, non disponendo di atti che permettano di conoscere la reale volontà della popolazione. Ha quindi chiesto se il tema sia mai stato affrontato dal Consiglio provinciale trentino.
L’Assessore Giuseppe Detomas, ha chiarito che in Consiglio provinciale la questione non è mai stato trattata ed ha replicato alla mozione che “dai rilievi e dalle informazioni assunte, oltre che dalla puntuale verifica, non risulta esservi stata alcuna modifica o falsificazione delle cartografie ufficiali relative ai territori della valle di Fassa e della contigua valle di Fiemme”. “Per quanto attiene alla volontà della popolazione della valle di Fassa, non è possibile che fare riferimento ai dati ufficiali che l’amministrazione regionale ha puntualmente raccolto. A tale proposito, i dati più significativi sono quelli raccolti con il censimento della popolazione del 2011 che prevedono, in ottemperanza al disposto del D.lgs. 953/93, anche una parte relativa alla consistenza del gruppo linguistico ladino. Da tale dato, è possibile desumere il grado di omogeneità della popolazione della Valle, anche in riferimento alla questione identitaria: la popolazione di Moena si è dichiarata ladina per il 79%, dato del tutto analogo a quello del comune di Canazei (79,9%) o di Mazzin (77,1%)”. L’Assessore ha voluto poi ripercorrere i passaggi storici che hanno portato alla mobilitazione della popolazione del 1975 che portò nel 1977 alla creazione del Comprensorio comprendente i comuni di Campitello di Fassa, Canazei, Mazzin, Moena, Pozza di Fassa, Soraga, Vigo di Fassa. “Moena - ha concluso è parte integrante del Comun General de Fascia, pur appartenendo alla Magnifica Comunità di Fiemme, così come Trodena – Tuden è parte integrante della provincia di Bolzano e della Comunità Comprensoriale Oltradige - Bassa Atesina. Lo è a tutti gli effetti e sostenere il contrario potrebbe sembrare un tentativo di dividere e disgregare una popolazione di minoranza, mettendone a repentaglio la sua stessa sopravvivenza”. “La Regione autonoma TAA oggi è chiamata a tutelare le proprie minoranze linguistiche cosi come prevedono gli artt. 2 e 4 del proprio Statuto. In questo senso, le caratteristiche culturali e linguistiche, il senso di appartenenza, l’identità debbono prevalere sulle considerazioni inerenti i fatti e gli accadimenti storici”.
Silvano Grisenti (PT) ha ricordato che il Consiglio regionale si era occupato a lungo del tema quando fu creato il Comprensorio: “Se noi volessimo trattare questo tema, potremmo farlo solo attraverso l’interesse di quella comunità”. Ha quindi annunciato voto contrario. Giacomo Bezzi (TA-FI) ha ricordato la sfida che portò alla creazione dei Comprensori, quello dell’autogestione. “Se le forze politiche trentine non si sono occupate di questo tema, è perchè non sono emersi sul territorio dibattiti in merito”. Ha quindi annunciato voto di astensione. Pius Leitner (F) nella replica, ha dato ragione alla Consigliera Klotz in merito alla parte deliberativasul secondo punto ed ha presentato un emendamento che modifica il secondo punto e chiede che sia la popolazione a determinare l’ appartenza o meno di Moena alla val di Fassa”. La consigliera Klotz ha chiesto di sospendere il punto perchè non “in grado di dare una opinione senza un approfondimento”. Alessandro Urzì (Misto) ha appoggiato la richiesta di rinvio. Il Presidente Moltrer ha posto in votazione la richiesta disospensione, che è stata accolta. I lavori sono stati chiusi alle ore 18.15