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Nicht-italienische Volksgruppen und Oskar Peterlini sagen NEIN zur Verfassungsreform
Alle Parteien und Bewegungen warnen eindringlich davor, dass die Verfassungsreform aus Italien einen zentralistischen Staat machen wird, die die Regionen völlig entmachten wird und somit eine Bedrohung für die Minderheiten darstellt. Der Staat würde eine ganze Reihe von Zuständigkeiten an sich reißen, die bisher in der Kompetenz der Regionen lagen, und würde zukünftig selbst entscheiden, in welchen Bereichen die Regionen überhaupt noch Zuständigkeiten haben. Auch ist, unter dem Deckmantel des „nationalen Interesses“, die Einführung einer Klausel vorgesehen, die es dem Staat erlauben würde, jederzeit in die Gesetzgebung der Regionen einzugreifen.
Die nicht-italienischen Volksgruppen und Regionen mit Sonderstaut wären die größten Leidtragenden dieser Entwicklung. Sollte das Ja beim Referendum siegen, wird es zukünftig kaum noch möglich sein, sich gegen den Staat zu behaupten. Der Verfassungsgerichtshof wird – auf der Basis einer zentralistischen Staatsordnung – keine Rücksicht auf Minderheitenrechte nehmen, sondern noch deutlicher als bisher die Einheit des Staates in den Vordergrund rücken.
Da mit der Verfassungsreform auch eine Reform des Wahlgesetztes verknüpft ist, die der meistgewählten Partei automatisch die absolute Mehrheit im Parlament garantiert, würde zukünftig auch jede politische Einflussnahme und Verbesserung der Minderheitenrechte unmöglich gemacht, denn keine Regierung würde mehr auf die Stimmen der Minderheiten angewiesen sein. Alle Macht ginge damit nach Rom. Für die Süd-Tiroler Freiheit war es ein historischer Fehler der SVP-Parlamentarier, im italienischen Parlament der Verfassungsreform zuzustimmen.
Mit ihrem Ja zur Verfassungsreform hat die SVP grünes Licht für die Beschneidung der Autonomie gegeben. Jeder Angriff auf die Autonomie wird zukünftig damit gerechtfertigt werden können, dass die Süd-Tiroler Abgeordneten im Parlament dieser Entwicklung selbst zugestimmt hätten. Nachdem die SVP in Rom völlig versagt hat, kann der drohende Schaden nur noch abgewendet werden, indem das Volk die Verfassungsreform beim Referendum im Herbst deutlich ablehnt.
Die Süd-Tiroler Freiheit ist Mitglied der „Alleanza dei Popoli Liberi“ (APL). Die APL ist die Dachorganisation, die die autonomistischen und independentistischen Parteien und Bewegungen auf dem Gebiet der derzeitigen Republik Italien vereint. Sämtliche APL-Parteien und Bewegungen sind gleichzeitig Mitglied der Europäischen Freien Allianz (EFA). Nachstehend Stellungnahmen der politischen Vertreter der EFA-Mitglieder sowie der Bewegung „Trieste Libera“:
Andrea Cocco: Vorsitzender der „Alleanza dei Popoli“ Liberi (APL) und Vorsitzender der Partei „Partidu Sardu“.
La revisione della Costituzione è un “pasticcio”, aggravato dalla nuova legge elettorale nazionale, l’Italicum, che consegnerà un potere enorme ai prossimi governi.
Il Governo Renzi, con un colpo di mano, ha stravolto, non modificato, 47 articoli su 139 della Costituzione, e ora pretende un sì banale dagli elettori.
Il Senato non sarà abolito ma nominato e la riforma prevede ben 12 passaggi di pareri fra Camera e Senato delle Regioni. Il risultato sarà un farraginoso meccanismo legislativo in cui dovranno esserci centinaia di interventi della Corte costituzionale fra correzioni e interpretazioni.
Il Partidu Sardu|Partito Sardo d’Azione ha sempre sostenuto l’idea di un senato federale, eletto dai cittadini su base regionale e con rappresentanza paritetica.
Se vinceranno i Sì, la Camera sarà eletta con l’Italicum, una legge in cui i capilista saranno blindati e, grazie a uno sproporzionato premio di maggioranza, il Parlamento finirà per essere ostaggio a vita del leader vincente.
Con la Costituzione alleggerita dalle attuali garanzie, le leve del potere finirebbero addirittura in mano a chi vince solo con il 15 per cento.
La Sardegna e le minoranze linguistiche e etniche confinate nell’attuale territorio della repubblica italiana sono in pericolo. È evidente l’avanzata di un neo centralismo che mira a mettere in discussione anche gli attuali e spesso inadeguati statuti speciali.
Chantal Certan: Vizevorsitzende der APL und Regionalratsabgeordnete der Partei „ALPE“ (= Autonomie-Liberté-Participation-Écologie) im Aostatal.
ALPE, movimento autonomista valdostano, dice NO a questa riforma che vuole cancellare le Autonomie speciali. Questa è una riforma centralista, che con la "clausola di supremazia" permette allo stato di decidere unilateralmente le sorti dei Territori.
Nella riforma il Senato sarà un contenitore svuotato senza alcun ruolo decisionale quindi non ci sarà risparmio di risorse.
Franco Roccon: Vorsitzender der Partei „Liga Veneta Repubblica“.
A questo referendum, voluto da una parte della sinistra italiana, anche in contrasto con forze di governo che in coalizione galleggiano per mantenere in piedi un Presidente non eletto ed un governo eterogeneo, non si può che indicare un secco NO.
I motivi sono palesemente chiari ed individuati nell’assoluta centralità della proposta di riforma (in)costituzionale che esclude a priori le rappresentanze territoriali che dovrebbero essere liberamente elette (nuovi senatori) anziché nominati; dire e scrivere NO per allontanarsi da una centralità corrotta del potere politico e legislativo e dall’assoluta volontà di non riformare uno Stato decotto, in linea con le necessità di avere un federalismo fiscale e territoriale, al passo con le esigenze locali rappresentate dai nostri comuni.
Votare NO per rilanciare la voglia di dignità di popoli senza stato, come i Veneti, annessi ad uno stato, che non volevano, attraverso il referendum truffa del 1866. Scrivere NO per non cancellare la nostra identità di popolo dalle secolari radici, tradizioni usi e costumi.
Una Regione, a statuto ordinario che vanta 23-25 miliardi di euro di differenziale con lo stato italiano non può che schierarsi per un NO secco, proprio per non acconsentire ancora ulteriori sprechi e ruberie dettate da decreti, leggi e leggine votate e utilizzate ad uso e consumo di grandi poteri economici (banche) e dal malcostume tipico italiota. Noi di Liga Veneta Repubblica, NON ci identifichiamo con questo sistema.
Juri Orsi: Vizevorsitzender der Partei „Pro Lombardia Indipendenza“.
Il referendum costituzionale che interesserà l'Italia nei prossimi mesi si avvicina, benché ancora non si conosca la data del referendum. Noi di pro Lombardia indipendenza, che lavoriamo per l'autodeterminazione del popolo lombardo, siamo relativamente interessati all'esito delle riforme italiane.
Non possiamo però non sottolineare quanto la riforma costituzionale proposta da Renzi porti ad un riaccentramento e ad una diminuzione della rappresentatività della popolazione nel governo centrale. Il nuovo senato, viene spacciato come una camera delle regioni, mentre non è che una propaggine della partitocrazia romana. Una camera monca ed inutile senza vero potere decisionale, ma che al popolo viene venduto come una garanzia delle "autonomie locali".
Inoltre per quanto riguarda le autonomie locali, il nuovo art. 117 cerca di smuovere l’ordinamento da un impasse strutturale che dura da anni. Il problema è che va nella direzione opposta rispetto a quella che dovrebbe imboccare. Lo stato italiano si riprende numerose funzioni, togliendole alle regioni ed eliminando le competenze concorrenti.
Inoltre il comma 4 del nuovo articolo 117 introduce la cosiddetta clausola di supremazia: “Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale”. Questa decisione rappresenta il tentativo di protezione da parte dello stato delle evidenti spinte centrifughe che attraversano la penisola.
Una riforma accentratrice, che mette a repentaglio la rappresentatività del sistema, che privilegia la governabilità senza istituire dei procedimenti di controllo e di democrazia diretta da parte della popolazione e delle istituzioni locali. A questa nuova, ed ancor meno democratica Italia, noi ci opponiamo.
Gio Paolo Baglioni: Mitarbeiter der Europäischen Freien Allianz in Brüssel und Koordinator von APL.
Siehe eigene Pressemitteilung der Europäischen Freien Allianz im Anhang.
Gianni Kriscak: Vorsitzender der Bewegung „Trieste Libera“ (Freies Territorium Triest).
Chiedo il rispetto da parte del Governo Italiano delle leggi esistenti. Chiedo il mantenimento di tutti i diritti sanciti dall’odierna costituzione a salvaguardia delle cosiddette minoranze.
Invito tutti gli aventi diritto ad esprimere la loro opinione riguardo alla riforma costituzionale con un sonoro NO! Invito il Governo Italiano al rispetto della Costituzione italiana attuale e delle leggi che esso stesso ha emanato.
Claudio Schiesl: Generalsekretär der Bewegung „Trieste Libera“ (Österreich).
Die Bewegung Freies Triest sieht es ebenfalls kritisch, dass die Verfassung, im Sinne eines nationalen Interesses, die Sonderrechte der autonomen Provinzen und anderer Regionen wie etwa Friaul und des Aostatals unterminieren kann.
Wir lehnen daher die zur Abstimmung vorliegende Fassung einer neuen italienischen Verfassung zur Gänze ab!
Oskar Peterlini: langjähriger Parlamentarier, Universitätsdozent und Verfassungsexperte.
Ich bedanke mich bei allen, die sich für ein NEIN gegen diese Reform einsetzen. Die Bevölkerung ist bisher in totaler Unkenntnis und muss schon im November darüber entscheiden. Die offiziellen Organe bieten keine Information, Landeshauptmann und SVP-Parlamentarier werben einseitig für das Ja. Deshalb berate ich alle, die eine Information wünschen.
Ich warne davor, dass die Reform die Regionen entmachtet und die Macht in Rom zentralisiert. Auch die Sonder-Autonomien werden in ein enges Korsett gepresst. Die so genannte Schutzklausel bietet keinen Schutz und ist in Wirklichkeit nur eine schwache Übergangsbestimmung. Die zaghafte Föderalisierung von 2001 wird rückgängig gemacht. Zwanzig Regionalkompetenzen gehen zurück an den Staat. Auch die Besserstellungen für Südtirol gehen verloren.
Kombiniert mit dem neuen Wahlsystem, das einer einzigen Partei 55 % der Sitze garantiert, handelt es sich um eine gefährliche Tendenz. In der Vergangenheit waren die wenigen Stimmen der Südtiroler Parlamentarier oft das Zünglein an der Waage, damit ist es nun endgültig vorbei.
Eine Minderheit und eine Autonomie dürfen niemals einer Zentralisierung zustimmen, damit sägt man den Ast ab, auf dem man sitzt. Das war ein schwerwiegender politischer Fehler.
Süd-Tiroler Freiheit, Regionalratsfraktion.
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EFA says NO to the Italian Constitutional reform
L’ALE dice NO alla riforma Costituzionale Italiana
During the past years, on many occasions, the regions, territories and the people living in the Italian Republic have asked for a change and have requested reforms. The demands and expectations focused on more autonomy and independence rather than a new centralism.
Nel corso degli anni ed a più riprese, le regioni, i territori e i popoli che vivono nella Repubblica Italiana hanno desiderato un cambiamento e hanno richiesto delle riforme. Quello che oggi si chiede ancor più insistentemente, non è un nuovo centralismo, ma più autonomia ed indipendenza per i territori.
Even if, clearly, the need for reforms is beyond any doubt, this objective cannot be achieved at all cost. Before questioning in the merit this botched legislative exercise, the European Free Alliance (EFA), expresses concern for the superficiality that characterizes the political debate in this regard.
Sebbene, sia chiaro, la necessità, di riforme sia indubbia, non è certo ad ogni costo che questo obbiettivo debba essere perseguito. Prima ancora di contestare nel merito questo malriuscito esercizio legislativo, l’Alleanza Libera Europea (ALE), esprime preoccupazione riguardo alla superficialità che caratterizza il dibattito politico al riguardo.
The Italian government claims that the reforms will bring the Republic up to the pace of time. What instead will happen it is the contrary, an inversion of the “democratic pyramid” and the estrangement of the decisional power from the citizens.
Il governo Italiano sostiene che le riforme porteranno la Repubblica al passo coi tempi. Quello che sembra delineato è invece il contrario, con un rovesciamento della “piramide democratica” e del livello decisionale che si allontana sempre di più dai cittadini.
We strongly believe that new emerging nations and territories represent the future of Europe. A Europe where nations will interact on equal terms with each other and where the state centralism will make room for the government of territories and local autonomies. We believe in a future where the citizens will be again able to take decisions, actively take part in politics, respect and preserve their linguistic and cultural identity, as well as those of others.
Crediamo fermamente che le nuove nazioni e territori emergenti rappresentino il futuro dell’Europa. Un’Europa in cui le Nazioni dialoghino alla pari tra di loro ed in cui il centralismo statale lasci spazio al governo dei territori e delle autonomie locali. Crediamo in un futuro in cui le decisioni siano prese nuovamente dal cittadino, che possa attivamente prendere parte all’attività politica, nel rispetto delle identità, linguistiche e culturali individuali e collettive.
To those highlighting the historical, ultimate need of these constitutional reforms, we oppose the equally important need of a political reform for Italy. Italy’s autonomous provinces like South Tyrol are facing the risk of reversing the trend that so far has protected their autonomy. Instead of moving towards new forms of autonomy and independence, the Italian central government and the Constitutional Court seem more and more eager to erase what is defined by now, and label it an anomaly, a situation of foolish privilege.
A chi rivendica la necessità improrogabile, storica, di queste riforme costituzionali, noi ci sentiamo di contrapporre l’altrettanto necessaria riforma della politica in Italia Le Provincie, autonome come il Südtirol sono di fronte alla minaccia di veder invertire la tendenza che fino ad ora ne ha preservato l’autonomia. Invece che procedere verso ulteriori forme di autonomia ed indipendenza infatti il governo Italiano e la Corte Costituzionale sembrano sempre più ansiosi di cancellare quella che viene descritta oramai come un’anomalia, una situazione di insensato privilegio.
EFA expresses its support for the initiatives undertaken by its member parties active in the Italian state. We consider that a wrong solution to a problem creates just the illusion to have solved it. We demand that the debate about the reforms reopens to provide effective, clear and democratic solutions to all Italian citizens.
L’ALE esprime il suo pieno supporto alle iniziative intraprese dai suoi partiti membri attivi nello stato Italiano. Riteniamo che una soluzione sbagliata al problema crei la falsa illusione di averlo risolto. Vogliamo che il dibattito sulla riforma si riapra e dia soluzioni concrete, democratiche ed efficaci a tutti i cittadini Italiani.
European Free Alliance
Brussels, 07/09/16
#AnotherEurope